Non solo Grillo, anche Di Pietro e Vendola hanno finti follower

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Qualche giorno fa vi avevamo parlato dello studio fatto da Marco Camisani Calzolari, il docente dello Iulm che dopo un’analisi ha annunciato come oltre il 50% dei followers di Beppe Grillo sul famoso social network Twitter siano falsi. Questa volta il docente ha deciso di analizzare i profili di quelli che rappresentano alcuni tra i maggiori esponenti della politica italiana, ha deciso così di andare ad analizzare i loro profili Twitter scoprendo che Beppe Grillo non è il solo ad avere seguaci che corrispondano al profilo di Bot (profili creati appositamente per aumentare il numero di followers). Non stiamo dicendo che il numero di utenti e le percentuali che vi stiamo per scrivere siano tutti Bot ma solamente che i profili sotto “accusa” corrispondono al classico profilo dei Bot.

Certo è che dopo l’accesso botta e risposta tra Grillo e Calzolari, le stime presentate nel nuovo rapporto sono drasticamente scese, infatti il numero di presunti Bot è calato dal 54 al 43,19%, ma come vi abbiamo già detto oltre Grillo anche altri politici italiani sono entrati nel mirino dello studio e seppur il profilo di Beppe Grillo risulti essere quello con la maggior percentuale anche ad Antonio Di Pietro risulta il 33% di followers fasulli seguito quasi a pari merito con un 31,61% da Nichi Vendola e Pierluigi Bersani con appena il 31%.

Come vi avevamo scritto nel nostro precedente di qualche giorno fa, lo studio si basa su una serie di fattori e caratteristiche degli utenti che vengono analizzati per determinare se il follower sia reale oppure sia un Bot, i fattori, che secondo il docente Marco Camisani Calzolari, andrebbero ad identificare i Bot dagli utenti reali che utilizzano Twitter possono comunque non corrispondere alla realtà, infatti una delle prime contestazioni fatte al docente è la possibilità che un utente si sia registrato e che abbia scelto di seguire un determinato personaggio ma che poi abbia smesso di usare Twitter. Proprio in questo caso, qualora l’utente non abbia fatto molte azioni sul social network viene classificato come Bot.

Tuttavia seppur una parte della percentuale dei followers definiti Bot possa anche essere ritenuta vera rimane, secondo Camisani: “Una certa percentuale di spam, diciamo del 10-20%, è fisiologica”

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