Per l’ONU l’accesso a internet è un diritto dell’uomo

Home > News > Per l’ONU l’accesso a internet è un diritto dell’uomo

La Declaration on Internet Freedom, Dichiarazione sulla libertà di Internet è stata sottoscritta da pochissimo tempo e i sottoscrittori auspicano che porti il sostegno delle istituzioni per produrre una normativa valida in tutto il mondo.

Ora Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha riconosciuto ufficialmente l’accesso a Internet e la libertà di espressione on line come diritto fondamentale dell’uomo. La risoluzione non è vincolante ma segna un inizio. La risoluzione è stata approvata il 5 luglio 2012 e firmata da tutti i 47 membri del Consiglio tra cui anche la Cina e Cuba che sono piuttosto favorevoli alla censura. Le parole della risoluzione, la A/HCR/20/L.13, sanciscono che “Ogni essere umano ha diritto a vedersi riconoscere on line gli stessi diritti che gli sono riconosciuti off line a cominciare proprio dalla libertà di manifestazione del pensiero”.

La risoluzione è un primo passo, importante, verso la democrazia e la libertà del web soprattutto dove si ostacola o si impedisce di accedere a internet perché esso rappresenta uno strumento senza confini per la diffusione delle informazioni e delle idee. Come dicevamo hanno firmato Cina e Cuba, la Cina tuttavia ha manifestato l’intenzione di non rinunciare al controllo dell’informazione e al maestoso sistema di censura on line che applica. Cuba, da parte sua, continuerà a permettere l’accesso ad internet solamente con lente e carissime connessioni satellitari. Infatti nulla si sa del “famoso e decantato” cavo a fibra ottica che dovrebbe unire Cuba al Venezuela.

Ma tra i firmatari troviamo anche la Siria dove l’accesso alla rete Internet e le reti di telefonia mobile risultano bloccati da giugno in molte zone tra cui Damasco. Ha ratificato anche l’Etiopia dove chi utilizza provider non autorizzati, ad es Skype, rischia fino a 15 anni di reclusione.
Tutti i rappresentanti di questi Paesi hanno ratificato la risoluzione ONU e i loro Governi, prima o poi, anche se con un processo lento, dovranno osservarla spinti dalla volontà dei loro popoli. È un primo piccolo passo, ma il processo di libertà difficilmente si arresta.

Lascia un commento