Il web rallenta sotto il più grande attacco della storia

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Una società olandese di web-hosting ha causato disagi e un rallentamento globale di Internet, secondo quanto riferito da un’organizzazione non-profit anti-spam. Ciò che viene definito “il più grane attacco della storia” dal New York Times, è stato originato dopo che Spamahaus, un gruppo anti-spamming con sede a Ginevra, ha aggiunto temporaneamente l’azienda olandese, CyberBunker, a una lista nera che viene utilizzata dai provider di posta elettronica per eliminare lo spam.

Cyberbunker offre i suoi servizi a qualsiasi sito web “ad eccezione di quelli che veicolano pornografia infantile e di tutto ciò che riguarda il terrorismo“. Un battibecco tra uno gruppo che lotta contro lo spam e una società olandese che ospita diversi siti web, accusata di aver inviato spam, innescando uno dei più grandi attacchi informatici su Internet, causando la congestione diffusa e l’inceppamento delle infrastrutture chiave in tutto il mondo. Milioni di utenti in rete hanno constatato ritardi nei servizi (come Netflix) e nel collegamento ai siti web.

Tuttavia, per i tecnici di Internet che gestiscono la rete globale il problema è preoccupante. Gli attacchi stanno diventando sempre più potenti e gli esperti di sicurezza informatica temono che se continuano a crescere, gli utenti non saranno in grando di utilizzare i servizi internet di base, come la posta elettronica e l’online banking. Un portavoce di Spamhaus, che ha sede in Europa, ha detto che gli attacchi sono iniziati il ​​19 marzo. Patrick Gilmore, chief architect di Akamai Networks, un fornitore di contenuti digitali, ha detto che il ruolo di Spamhaus è stato quello di generare un elenco di spammer Internet.

Il signor Gilmore ha detto che gli attacchi, che sono generati da sciami di computer chiamati botnet, concentrano flussi di dati che sono più grandi delle connessioni internet di interi paesi. Gli attacchi sono stati esplicitati, per la prima volta al pubblico la scorsa settimana da CloudFlare, una società di sicurezza informatica nella Silicon Valley, che ha cercato di difendersi contro gli attacchi, diventandone, però, un bersaglio. 

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