Il futuro della musica è nel digitale, una ricerca lo dimostra

Home > Apple > Il futuro della musica è nel digitale, una ricerca lo dimostra

Nonostante il perenne problema dalla pirateria digitale rappresenti ancora un grande limite per l’espansione completa della musica digitale, gli scenari futuri che si aprono per la musica e la sua commercializzazione saranno sempre più legati ai canali di distribuzione digitali e a modalità di fruizione in abbonamento.

Secondo quanto si evince dal rapporto annuale  che analizza il mercato della musica digitale, e cioè il “Digital Music Report 2012″, illustrato dall’Ifpi, International Federation of the Phonographic Industry, che è la federazione che riunisce le case discografiche, il futuro della musica è difatti contrassegnato  da un sempre maggiore consumo online.

Rispetto al 2010, la diffusione della musica online ha registrato un incremento addirittura dell’8 per cento, in pratica ormai i canali digitali rappresentano il 32 per cento del totale dei ricavi ottenuti dal mercato musicale. Le soluzioni per poter ascoltare musica  online  e il numero di utenti di servizi come Spotify e Deezer è in costante crescita, difatti si è passati dagli 8 milioni di utenti nel 2010 ai 13 del 2011.

In paesi come gli Stati Uniti, la Cina e la Sud Corea, le vendite digitali ormai rappresentano addirittura il 50 per cento delle entrate totali delle case discografiche. Ma oltre le grandi economie, il consumo online tocca ben 58 paesi, siti come iTunes , Spotify, Deezer e Wimp si stanno espandendo sempre più a macchia d’olio.

Sicuramente uno dei principali fattori per questa crescita è rappresentato dal sempre continuo miglioramento dei servizi offerti dagli store musicali. In 10 anni sono stati fatti passi da gigante. Servizi come iTunes Match per Apple, o Google Music per sistemi Android, solo per citare  i più famosi, hanno reso possibile  la fruizione della musica digitale per gli utenti ad un prezzo molto più accettabile ed ad un livello qualitativo sicuramente maggiore rispetto al passato.

Il celebre tenore spagnolo, Placido Domingo,  presidente dell’Ifpi, nell’introduzione al “Digital Music Report 2012”, ha voluto illustrare gli scenari futuri e le vie da seguire per poter garantire al mercato musicale una costante espansione: “Andiamo verso un periodo di drammatici cambiamenti i quali, però, costituiscono anche una grande opportunità. Grazie alla diffusione di internet e delle sue applicazioni, l’audience è finalmente mondiale e ciò permetterà in futuro agli artisti di avere nuovi canali di distribuzione”.

Per quanto riguarda invece in particolare il settore proprio della musica digitale, si è espresso Frances Moore, amministratore delegato dell’Ifpi: “In futuro un ruolo chiave sarà quello giocato sul fronte dei motori di ricerca, quali Google e Bing, che spesso sono vere e proprie porte d’accesso che rimandano a siti illegali e contenuti non autorizzati. Su questo aspetto e tanti altri le legislazioni dei singoli governi, come è accaduto in Francia e negli Usa, possono innescare un circolo virtuoso, creando così un nuovo modello di business”.

Nonostante i continui miglioramenti, la pirateria digitale resta comunque ancora oggi il principale limite per la crescita “online” delle case discografiche. Difatti, almeno un terzo degli utenti ha ammesso che usufruisce di servizi di download illegali. Comunque, ci sono iniziative concrete per regolamentare il peer-to-peer, un esempio su tutti è rappresentato dalla “Legge Hadopi”, presente sul territorio francese, che offre una normativa chiara e dura per chi usufruisce di servizi illegali. Questo il parere di  Marie-Françoise Marais, direttrice di Hadopi, l’agenzia promotrice della legge: “Una vera legislazione per combattere il peer-to-peer ha avuto come effetto quello di far aumentare in Francia del 48% l’acquisto di singoli brani e del 67% quello degli album digitali. E, nonostante questo, molti studi oggi ancora sottostimano il vero impatto della “Hadopi” sul sistema e sulla promozione della cultura”.

Quindi, in conclusione, il rapporto afferma che  erano fuori strada coloro che prevedevano che la diffusione della musica digitale rappresentasse la fine per l’industria musicale, anzi proprio grazie ai servizi di download il mercato si va espandendo sempre di più.

Lascia un commento