Google Glass fatti in casa? Un ricercatore c’è riuscito

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Seppur il famoso progetto di Google denominato Google Glass ancora non ha visto la luce in rete circola una guida per realizzare una sorta di computer portatile indossabile che consente di mostrare informazioni e tramite una telecamera permette di registrare video proprio come l’invenzione di Mountain View. Secondo le ultime indiscrezioni, una prima versione “Explorer” dedicata unicamente agli sviluppatori sarà resa disponibile durante il 2013 mentre gli utenti finali dovranno attendere come minimo il 2014 prima di poter trovare, sugli scaffali degli store, i Google Glass.

Ciò che sorprende è tuttavia una notizia pubblicata sulla rivista Spectrum in cui, durante un’intervista, Rod Furlan ha spiegato come abbia deciso di tentare in un’impresa a dir poco sensazionale. Furlan ha infatti deciso di provare a realizzare un esemplare di Google Glass in casa sfruttando le tecnologie attualmente in commercio ma spiegando fin da subito che il risultato non sarebbe mai potuto essere come quello ottenuto da Google: software imperfetto e design non accattivante.

Processori, accelerometri, sensori, display, fotocamere sono da tempo in commercio, l’unico vero problema è di mettere insieme il tutto realizzando un ecosistema che consenta di interagire con l’uomo proiettando tutte le informazioni su un display praticamente attaccato all’occhio umano. Pensate che Furlan, per il suo progetto, ha dovuto adottare un display la cui dimensione è compresa tra i 0,3 e i 0,6 pollici e con una risoluzione di 320×240 pixel, altra novità introdotta da Rod è certamente il fatto di montare il display sul lato della testa e poi portare l’immagine all’occhio e, neanche a farlo a posta, la società Myvu realizzò in passato un gadget dedicato ai dispositivi iOS che consente proprio di implementare quanto progettato da Rod grazie ad un sistema ottico montato su schermi laterali.

Dopo aver scelto il microdisplay, l’ottica, una scheda video che permettesse di gestire un segnale video composito e aver trovato su eBay il display Myvu, al ricercatore non è mancato che scegliere la giusta montatura di occhiali per poter iniziare le prove di assemblaggio.

Si tratta certamente della prima grande differenza che separerà il progetto Google da quello di Rod, infatti nel progetto del ricercatore è stato praticamente impossibile implementare uno smartphone sia esso iOS che Android come computer di bordo del gadget tecnologico, si è quindi deciso di optare: avrebbe occupato troppo spazio quindi, il ricercatore ha optato per un inserire un cavo che andasse dal dispositivo fino alla scheda video. Tra le tante scelte possibili, Rod ha optato per un iPod Touch di quarta generazione e, dopo aver effettuato il jailbreak del dispositivo ha sfruttato l’uscita video composita per riprodurre il display dell’iPod sul microdisplay. La scelta dell’iPod Touch ha consentito a Rod di poter scegliere tra una microcamera WiFi o Bluetooth e alla modica somma di 150 dollari è riuscito a portare a casa ed installare una videocamera Looxcie, talmente compatta e leggera da poter essere montata sulla stecca degli occhiali.

Terminato l’assemblaggio, Rod ha deciso di testare personalmente la sua creazione che, seppur artigianale e caratterizzata da un software “rudimentale”, ha funzionato. Ciò che ha colpito molto il ricercatore è stato il momento in cui le batterie si sono scaricate e si è spogliato della sua creazione, sembra infatti che abituarsi a ricevere migliaia di informazioni si particolarmente semplice ma il problema viene dopo, Rod ha infatti sentito dentro di se una sensazione di smarrimento.

Lo stesso ricercatore ha ammesso che il più grande valore di questa nuova tipologia di gadget tecnologico è il fatto di avere una connessione diretta e costante con il resto del mondo e poter condividere ogni immagine in tempo reale, ricevere informazioni ma le applicazioni che si potranno sviluppare intorno al mondo dei Google Glass sono davvero infinite.

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