Google acchiappattutto, a rischio la concorrenza per la pubblicità

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A rischio la concorrenza nel settore della pubblicità digitale dal momento che Google potrebbe diventare un monopolio per la raccolta della pubblicità sul web, servono regole adeguate per strutturare il mercati internet.

Questa è l’opinione di Giovanni Pitruzzella nella sua relazione annuale dell’Antitrust al senato e mette in risalto il rischio che Google raccolga tutta la pubblicità del mercato digitale. Servono leggi chiare e adatte, soprattutto ora che un settore come l’e-commerce dimostra di avere un buon potenziale di crescita per cui va garantita la concorrenza.

Infatti no si sono tutelate le potenzialità del mercato pubblicitario che è rimasto nelle mani dei grandi colossi internazionali che hanno acquistato notevole forza. Il Sistema Integrato della Comunicazione, il Sic, deve inserire nella serie delle sue mansioni anche le iniziative dei gestori di portali, dei motori di ricerca, dei social network che vogliono concorrere con i big internazionali per vendere la pubblicità digitale degli inserzionisti.

Dal canto suo Google ha risposto che è pronto a parlarne, anche con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Franco Bernabè il presidente di Telecom Italia ha condiviso i temi afffrontati dalla conferenza di Giovanni Pitruzzella e ha affermato che l’accaparamento della pubblicità da parte di pochi big potrebbe creare seri problemi in futuro. Si spera che alle belle parole seguano fatti concretie che l’Antitrust abbia una legge chiara e adeguata sulla base della quale prendere le sue decisioni. Ricordiamo che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, istituita in Italia nel 1990, prende le sue decisioni sulla base della legge, senza possibilità di ingerenze da parte del Governo né di altri organi politici. Vuole garantire il rispetto delle regole per tutelare la concorrenza e il benessere dei cittadini e vieta la pubblicità ingannevole che potrebbe confondere i consumatori e la pubblicità comparativa che potrebbe discreditare i prodotti dei concorrenti.

 

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