Facebook e la privacy, nuovi controlli

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Facebook ha aggiornato in varie parti la gestione della privacy e della sicurezza. Vengono date agli utenti maggiori informazioni che risulteranno molto più chiare e dettagliate.

Le nuove funzionalità sono probabilmente anche scaturite dal sondaggio che si è chiuso il 10 Dicembre 2012 e che non ha raggiunto il limite minimo del 30% degli utenti per cui le norme non sono state approvate.
Ma intanto sono arrivati degli interessanti cambiamenti. Facebook ha, infatti, aggiunto un nuovo controllo che appare vicino al tasto Home nella barra superiore. Si tratta di una scorciatoia per la gestione della privacy, che permetterà di determinare chi può vedere i contenuti pubblicati sul social network e chi può contattare l’utente attraverso la pagina web di Facebook e di conseguenza bloccare le persone che non si vuole come amici. Infatti nella barra degli strumenti si potrà gestire “chi può vedere la mia roba?”, “chi mi può contattare?” e “come faccio a impedire a qualcuno di dami fastizio?”.
Anche le autorizzazioni delle applicazioni vengono rese più gestibili suddividendole in due parti, in una si accetta che l’applicazione acceda ai propri dati e in una si guarda al postare informazioni da parte dell’app con il proprio nome. Le applicazioni generiche riceveranno questa novità a brevissimo, Inoltre le scorciatoie per la privacy permettono di evitare di passare in diverse pagine.
Si è reso più semplice anche il registro delle attività con un nuovo strumento di rimozione per la gestione di più foto dove si è stati taggati. Cliccando sul Registro di Attività per gli account degli amici, che si trova sotto la foto di copertina nella pagina del profilo personale è possibile trovare rapidamente i contenuti inviati alle timeline nelle quali un utente è taggato in ordine cronologico. L’utente potrà anche chiedere di rimuovere contenuti dalla timeline originale in cui è apparso per la prima volta ad opera dell’autore. La giustificazione per la richiesta di rimozione è molto soft, appare un “mi rende triste“, non vuole colpire nessuno ma restare una generica risposta alle richieste di approfondimenti.

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