Dopo la chiusura obbligata di Megaupload, il vulcanico e inarrestabile Kim Dotcom aveva annunciato che avrebbe lanciato un nuovo sito che si chiamerà Mega, per tornare online con un servizio P2P protetto da crittografia. Il nuovo sito di sharing e storage cloud caricherà solo files soggetti a cifratura. Inoltre aveva pensato di utilizzare due set di server ridondanti, ubicati in paesi diversi per garantire la reperibilità dei files. Se ne verrà sequestrato un server i dati saranno sempre accessibili dall’altro.
La partenza di Mega doveva avvenire entro la fine del 2012, e Kim Dotcom si stava attrezzando.
Aveva infatti pensato di usare un dominio del Gabon per il suo nuovo Mega, o per meglio dire, me.ga. Ma il diavolo ci ha messo la coda e il progetto di Kim è saltato in aria. Difatti il ministro delle comunicazioni del paese africano, Blaise Louembe, non si è dimostrato favorevole all’idea ed ha fatto sospendere il dominio. Ha giustificato il blocco dichiarando che la sua nazione non vuole fare da cortina di fumo per ricoprire operazioni che in realtà violano il copyright.
Certamente Kim Dotcom non si perderà d’animo per così poco. Il nuovo servizio sta ancora venendo rifinito e un dominio in realtà vale l’altro se i contenuti sono validi. Sembra, poi, che abbia già un dominio alternativo.
Inoltre nella feconda mente di Dotcom sta frullando un altro grossissimo progetto, vorrebbe collegare con 12 mila Km di cavi in fibra ottica posizionati sotto l’acqua dell’oceano, la capitale della Nuova Zelanda, Auchland con Sidney e da qui a Los Angeles. L’enorme costo di tale struttura, a detta di Dotcom, verrebbe sostenuto con i risarcimenti economici molto consistenti Kim spera di ottenere da Hollywood e dal Governo americano per averlo costretto a chiudere Megaupload. Il progetto, una volta ultimato, vorrebbe agevolare economicamente la Nuova Zelanda con energia a basso costo e connettività veloce per attrarre imprese e affari stranieri.
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