Graph Search è semplicemente una app per le ricerche di contenuti, ma solo quelli condivisi con l’utente, non su tutta la rete, esclusivamente all’interno del social network.
La app è stata annunciata da Mark Zuckerberg in persona alle centinaia di giornalisti che erano stati invitati con la frase “Venite a scoprire cosa stiamo costruendo”.
L’evento ha deluso le aspettative di tanti che attendevano l’arrivo di qualcosa di più eclatante e innovativo oltre che al tanto declamato smartphone di Facebook che non si sa quando arriverà.
La app è la prima novità dalla disastrosa quotazione in borsa della società lo scorso maggio; dopo il lancio di ‘Graph Search’, tuttavia, Fb ha perso a Wall Street oltre il 2%, sintomo della non entusiastica accoglienza della nuova ‘creatura’ di Zuckerberg,
In parole povere il Graph Search setaccia il social network per informazioni sugli interessi degli amici , sui luoghi, le foto e quant’altro.
Ma come viene rispettata la privacy? Zuckerberg ha risposto che il motore di ricerca è stato costruito per mantenere le impostazioni di privacy già definite dagli utenti. Lo ha definito”privacy consapevole”, che significa che gli utenti possono solo cercare i contenuti che sono già stati condivisi con loro.
Il sistema ricorda Ping il social network esclusivamente musicale legato a iTunes, lanciato da Steve Jobs il primo settembre del 2010 e chiuso lo scorso 30 settembre, per lo scarso numero di iscritti. La nuova creatura di Zuckerberg parte da un database di oltre 1 miliardo di iscritti. Difficile prevedere quale flusso di ricavi ‘Graph Search’ potra’ generare.
L’app appare nella parte superiore di ogni pagina Facebook sotto forma di una barra di ricerca più grande dove digitare quello che si sta cercando. Graph Search darà suggerimenti mentre si digita e poi aggiornerà immediatamente la pagina con i risultati.
L’intenzione è quella di indicizzare la mappa del grafico, in cui confluiscono quasi un milione di persone nuove ogni giorno, 240 miliardi di foto, 1 miliardo di persone e 1.000.000.000.000 connessioni, un mostruoso gigante che diventa sempre più impersonale e avulso dall’utente.