Il Governo italiano ha finalmente presentato a Palazzo Chigi il Decreto Sviluppo atteso da tempo. Nel decreto vengono previsti interventi per riformare e modernizzare la scuola, la sanità, la banda larga. Il decreto prevede uno stanziamento di 200 milioni di euro subito e, quando entrerà a regime, lo Stato impegnerà per 110 milioni di euro ogni anno per incentivare questo tipo di società.
Un intero capitolo è dedicato ad un settore di particolare interesse per il mondo tecnologico. Parliamo delle parte che riguarda le startup con indicazioni e proposte per conquistare anche in Italia i risultati ottenuti USA in termini di nuova occupazione nata proprio dalle startup innovative.
Nel capitolo intitolato «Misure urgenti per l’innovazione e la crescita: agenda digitale e startup», il decreto introduce un quadro di riferimento per favorire la nascita e la crescita di nuove imprese innovative suddiviso in quattro grandi argomenti:
criteri di definizione; agevolazioni; rapporti di lavoro e credito.
I criteri di definizione e i requisiti che le startup dovranno rispettare sono uno o più dei seguenti :
Maggioranza del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria detenuto da persone fisiche;
La società deve essere costituita e operare da non più di quattro anni;
Sede principale dei propri affari e interessi in Italia;
Valore totale, partire dal secondo anno di attività, non superiore ai 5 milioni di euro;
Nessuna distribuzione di utili;
Oggetto sociale esclusivo: lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico;
Deve essere stata costituita ex novo, non per effetto di una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda.
La Startup deve soddisfare almeno una di queste caratteristiche ovvero deve dedicare allo sviluppo almeno il 30% del maggiore tra il costo e il valore della produzione, oppure impiegare personale altamente qualificato per almeno un terzo della propria forza lavoro, o essere titolare o licenziataria di una privativa industriale connessa alla propria attività.
Sono previste agevolazioni fiscali con le norme che riducono gli oneri iniziali: ad esempio le startup saranno esonerate dai diritti di bollo e di segreteria e anche dal pagamento alla Camera di Commercio. Le startup godranno di una più flessibile gestione degli obblighi di ricapitalizzazione e potranno offrire al pubblico quote di partecipazione, oppure pagare le prestazioni di opere e servizi con quote della società.
È stato stabilito inoltre che per gli anni 2013, 2014 e 2015 sarà consentito alle persone fisiche e giuridiche rispettivamente di detrarre o dedurre dal proprio reddito imponibile una parte delle somme investite in imprese startup innovative, sia direttamente che attraverso fondi specializzati.
Le start up potranno poi instaurare rapporti di lavoro subordinato che abbiamo maggiore flessibilità, graduale. Nelle startup sarà possibile stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con una durata variabile tra un minimo di 6 mesi e un massimo di 36 mesi.
È concesso raccogliere fondi crowdfunding (vigilanza affidata alla Consob), inoltre le startup potranno usufruire gratis e in modo semplificato del Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese.