RIM, la società potrebbe licenziare dai duemila ai seimila dipendenti

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In casa Research in Motion o, molto più semplicemente, RIM la situazione continua ad essere tutt’altro che felice e gli imminenti licenziamenti in blocco ne sono la dimostrazione più evidente.

Stando infatti a quanto reso noto da alcune fonti anonime ma ben informate e molto vicine all’azienda ben presto RIM provvederà a licenziare numerosi suoi lavoratori, un’operazione questa che risulta parte integrante del processo di ristrutturazione globale messo in atto dalla ben nota azienda.

Sempre più utenti, infatti, stanno abbandonando i telefoni BlackBerry a favore di altri smartphone, primi tra tutti Samsung ed iPhone, motivo per il quale le vendite di RIM continuano ad essere al ribasso.

Non è un caso quindi che attenendosi ai dati di una ricerca condotta nel primo trimestre del 2012 BlackBerry, con 9,7 milionidi device consegnati, detenga il 6,4% della quota di mercato degli smartphone a livello globale.

Nel primo trimestre dell’anno precedente, invece, l’azienda aveva consegnato circa 13,8 milioni di telefoni e poteva contare su una quota di mercato pari al 13,6%.

Nel dettaglio il numero di dipendenti licenziati potrebbe essere compreso tra i duemila ed i seimila lavoratori (il che tenendo conto del fatto che la società può contare, al momento, su circa 16.500 dipendenti sparsi in tutto il mondo non è certo poco!) un dato questo che verrà annunciato con esattezza entro il primo giugno ma non è escluso che i vertici dell’azienda decidano di comunicare la decisione presa prima della fatidica data o, anocra, poco dopo.

I tagli, nello specifico, dovrebbero andare ad interessare quasi tutti i settori: ufficio legale, marketing, vendite e risorse umane.

Dunque, qualora la notizia si rivelasse effettivamente veritiera (e considerando la presunta attendibilità delle fonti è abbastanza difficile che non lo sia) quella in questione andrebbe a configurarsi per RIM come la seconda grande fase di licenziamenti dei propri dipendenti considerando i tagli di circa duemila posti di lavoro per una politica di ottimizzazione dei costi che furono effettuati a luglio dello scorso anno.

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