Rilasciato Kim Schmitz, fondatore di Megaupload

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Kim Schmitz, fondatore di Megaupload, riabbraccerà i suoi familiari. L’uomo, infatti, è stato scarcerato mediante cauzione, dopo essere stato arrestato dalle autorità neozelandesi su richiesta dell’FBI per frode e violazione del diritto d’autore. Dopo vari tentativi, l’uomo finalmente ritorna in libertà e torna dalla sua famiglia, composta dalla moglie attualmente incinta e da tre bambini piccoli. Come lui stesso ha dichiarato, dopo aver saputo che la sua proposta era stata accolta, “Mi sento sollevato perchè andrò a casa e vedrò la mia famiglia, i miei tre figli piccoli e mia moglie incinta, e spero capiate che è tutto ciò che voglio dire adesso. Voglio solo andare a casa e vedere la mia famiglia“.

Kim ‘Dotcom’ è stato assediato dai giornalisti, non appena ha messo piede fuori dal carcere. I primi tentativi di farlo rilasciare sotto cauzione fallirono, poiché il giudice che si stava occupando del caso, Nevin Dawson, credeva che il pericolo di fuga dell’uomo era tangibile e probabile, anche perché pare che nell’appartamento del fondatore del sito siano stati ritrovati dei passaporti falsi, da utilizzare probabilmente per fuggire dal Paese. I giornalisti accorsi fuori l’istituto di detenzione gli hanno fatto tante domande sulla sua permanenza nel penitenziario e i trattamenti che gli erano stati riservati.

Come lui stesso ha spiegato, “Mi sentivo come a un provino di American Idol”, proprio a causa della massiccia pressione mediatica a cui era andato incontro dopo la liberazione. Il trentottenne ha ribadito, inoltre, che lotterà fino alla fine, affinché venga eliminata l’ipotesi dell’estradizione e, come ha precisato Paul Davison, legale di Schmitz, bisogna “aspettare la richiesta del governo statunitense, con i documenti collegati, e allora li valuteremo e prepareremo l’udienza”. Dall’attività illegale svolta mediante Megaupload gli accusati avrebbero guadagnato circa 175 milioni di dollari e prodotto danni pari a 500 milioni di dollari alle industrie musicali e cinematografiche, a causa della pirateria veicolata dalla piattaforma stessa.

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