Orrore su Facebook, spopola un video pedofilo: 4mila mi piace

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Un video pedofilo appare su Facebook e ottiene migliaia di consensi. La vittima è una ragazzina minorenne e il suo violentatore molto probabilmente ha postato lui stesso il video su Facebook, e cosa fanno gli utenti? Ci mettono, in poche ore, ben 4.000 “mi piace” e sedicimila condivisioni.
Il fatto ha dato subito da discutere, sia per la perversione degli utenti che divulgano un video contrario ad ogni moralità, sia per Facebook che ci perde la faccia e evidenzia la pericolosità del social network.

I dati sono stati divulgati dalla stampa britannica e fortunatamente ci sono state moltissime segnalazioni istantanee che hanno fatto sì che il video venisse rimosso, ma non abbastanza presto in modo da impedire la grandissima divulgazione.
I tecnici di Facebook hanno spiegato che non è possibile intervenire prima che i video siano pubblicati. Possono solo essere segnalati dopo la pubblicazione per farli rimuovere. Sempre secondo i tecnici di Facebook gli utenti avrebbero sbagliato, invece di cliccare sul link per far togliere il video, avrebbero cliccato su quello che si adopera per la condivisione. E hanno aggiunto che Facebook vuole adottare tutte le misure necessarie a prevenire la pubblicazione e a rimuovere questo genere di video in quanto non si tollera la presenza di tali materiali.

Nonostante ciò il video-shock pedo-pornografico è volato nella rete e speriamo che fra le migliaia di utenti non ci siano anche degli italiani che potrebbero avere gravi conseguenze in virtù della legge italiana. Infatti l’ordinamento italiano è severissimo in tema di pedofilia, e la legge 1 ottobre 2012 n. 172 ha inasprito ulteriormente la norma con la “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, fatta a Lanzarote il 25 ottobre 2007, nonché norme di adeguamento dell’ordinamento interno”. L’eventuale internauta italiano che ha condiviso il filmato potrebbe rischiare una sanzione detentiva.
Anche Facebook stesso potrebbe essere ritenuto responsabile del reato di divulgazione del video shock pedo-pornografico anche in Italia, con evidenti gravi conseguenze.

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