Nuovo motore di ricerca Google per cercare i brevetti

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Tutti i colossi dell’hitech stanno ricercando nuovi brevetti per rendere sempre più completi e appetibili i loro strumenti, smartphone, tablet e quant’altro.
Si è scatenata una vera e propria “corsa al brevetto”, ce ne sono talmente tanti che Google ha approntato un motore di ricerca per facilitare la navigazione tra i brevetti depositati.
Il motore Google è utilissimo anche per evitare le guerre giudiziarie che portano a sentenze pesantissime in termini monetari con cifre di indennizzo di milioni di dollari come quella che dovrvrà pagare Samsung ad Apple. Samsung ha violato brevetti di Apple ed è stata condannata, ma la casa coreana ha deciso di fare ricorso e così la guerra continua.

Se si pensa che nel 2011 la Samsung ha depositato 4.894 brevetti negli Stati Uniti, e Apple ne ha depositati 676 si intuisce come il numero di brevetti formi un vero ginepraio dove è difficile districarsi.
Ora si parla anche di un brevetto Apple che implementerà sui prossimi dispositivi un sensore per le impronte digitali per aumentare la sicurezza dei propri prodotti. Da poco è stato concesso un brevetto all’azienda di Cupertino per il monitoraggio della posizione di condivisione, senza la necessità di una rete cellulare. Si parla anche del tablet “immortale”, la cui batteria non si scarica mai.

Samsung dal canto suo non è da meno e alcuni brevetti Samsung mostrano un Robot molto simile al comportamento umano. Amazon brevetta Airbag anti caduta per il suo cellulare, Nokia a sua volta brevetta occhiali che si illuminano quando il telefono squilla, per non perdere mai una chiamata. E Google? Non poteva mancare nella corsa al brevetto e ha presentato il brevetto per i suoi occhiali tecnologici conosciuti come Google Glass interattivi ed ora ottiene il brevetto in cui il display è posizionato sull’occhio sinistro per garantire una maggiore flessibilità.
Come dicevamo la continua guerra dei brevetti sta logorando il mercato e affossando parecchie start-up meritevoli, ora si spera che il motore di ricerca di Google riesca ad informare adeguatamente i singoli “brevettandi” per arginare le copiature anche involontarie, vista la mole delle nuove idee depositate.

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