Nomophobia, la malattia di rimanere senza smartphone

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La nomophobia è la paura di rimanere senza il proprio smartphone. Ormai molte persone considerano tale strumento come un prolungamento del proprio corpo che aumenta le facoltà umane e del quale non si può più fare a meno.

Alcuni professionisti della salute mentale hanno rilevato da un loro ampio studio che una nuova fobia affligge molte persone. Si tratta appunto della nomophobia che sta diventando un disturbo molto diffuso e in rapida crescita che ha portato alla creazione di un programma di recupero in un centro di riabilitazione. Per ora il centro si trova solo in California, il Morningside Recovery, che offre una cura rivolta a quei pazienti che non resistono lontani dal proprio telefonino.

La parola nomophobia deriva da no-mobile-phone-phobia e il disturbo si riconosce quando si controlla costantemente la durata della batteria per paura di rimanere senza nel momento del bisogno, si utilizza lo smartphone troppo spesso, anche in luoghi inappropriati, si mette spesso una mano sopra la tasca o nella borsetta dove è situato solitamente il proprio telefono.
Come si cura la nomophobia?
Se il disturbo raggiunge livelli di vera e propria fobia che può causare anche attacchi di panico, si può arrivare anche a trattamenti con farmaci o utilizzando una terapia in cui una persona viene allontanata lentamente dal proprio smartphone dapprima durante delle sessioni di terapia per arrivare in situazioni di vita reale.
Chi invece è ossessionato dalla paura di perdere il telefono cellulare, potrebbe essere convinto da un terapeuta di farne a meno per un certo periodo di tempo con soluzioni personalizzate. Possono anche essere utilizzate tecniche di rilassamento come la respirazione profonda, yoga e rilassamento muscolare che aiutano a gestire i sintomi emotivi e fisici di una fobia.
La causa dell’insorgere di una nomophobia scaturisce dall’aumento del bisogno umano di connessione a causa dei social media, di internet e degli strumenti portatili.

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