Megaupload: si torna a parlare del futuro dei dati

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Sembra infinita la storia di Megaupload e dei file che gli utenti hanno caricato e che ora risiedono nei server della Carpathia. L’attesa purtroppo ancora non volge al termine ne tantomeno sembra avere qualche risvolto positivo ne per gli utenti ne per la stessa Carpathia Hosting Inc., sembra infatti che il giudice Liam O’Grady che avrebbe dovuto dare un verdetto sul futuro dei file degli oltre 66 milioni di utenti abbia deciso di dare un responso “vuoto”. In poche parole il giudice ha dichiarato che i file devono essere conservati e mantenuti ma non spetta a lui decidere ne il come ne il dove, ma il compito spetta alle parti coinvolte nella causa. Qualora le parti non riescano a prendere una decisione, ha suggerito il giudice O’Grady, potranno rivolgersi ad un giudice con maggiore esperienza nel raggiungimento di accordi.

In breve i dati continueranno ad essere conservati e archiviati nei server della Carpathia anche se ad oggi la società, che mantiene i file in oltre 1100 server, ha annunciato di aver raggiunto e superato la soglia dei 500 mila dollari di spese per mantenere attivi ed in funzione tutti i server che conservano i 25 petabyte.
Ma la cosa ancora più sconcertante è che i procuratori che seguono la causa contro Megaupload sarebbero pronti a coinvolgere anche la società di hosting per il semplice motivo che ad oggi avrebbe guadagnato ben 35 milioni di dollari dai soli proventi arrivati da Megaupload. Lo stesso governo degli Stati Uniti avrebbe annunciato di non voler sostenere le spese per il mantenimento dei server attivi perchè le spese non possono incidere sui cittadini statunitensi.

Dal lato opposto della barricata c’è l’EFF (Electronic Frontier Foundation) con il compito di proteggere i diritti degli utenti, che in accordo con i legali di Megaupload, si sta battendo per cercare di mantenere i dati archiviati per poterli riconsegnare ai leggittimi proprietari. La stessa EFF ha proposto inoltre l’intervento di una terza figura, completamente indipendente, che supervisioni e consenta la restituzione dei file legalmente archiviati dagli utenti.

Altra novità è certamente data dalla MPAA che se fino a qualche giorno fa puntava al mantenimento dei dati per poter in seguito muovere azioni legali contro gli utenti “pirati”, davanti al giudice ha modificato la sua versione sostenendo che, secondo lei, i dati non devono essere in alcun modo ridistribuiti agli utenti poichè, sempre secondo le major, la quasi totalità dei file archiviati siano illegali.

Non rimane quindi che attendere nuovi esiti della vicenda, per scoprire se gli utenti di Megaupload potranno ottenere nuovamente l’accesso ai loro file legalmente archiviati.

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