Kim Dotcom tornerà in libertà, perché i giudici hanno stabilito che non c’è pericolo di fuga prima del processo di estradizione. L’avvocato di Schmitz, Ira Rothken, riceverà dalle autorità statunitensi tutto il materiale incriminante riguardante il proprio assistito. La consegna dovrà avvenire in tre settimane massimo: tale materiale sarà utile per contrastare la richiesta di estradizione negli Stati Uniti in merito alla battaglia legale che si è scatenata intorno a Megaupload, portale di file-hosting di Dotcom.
Le autorità daranno all’avvocato Rothken anche le copie del materiale sequestrato a Schmitz, nonché l’intero pacchetto di prove raccolte contro il famoso cyberlocker al Federal Bureau of Investigation, ossia l’FBI americana. Lo stesso legale di Dotcom ha protestato in tribunale, in quanto al founder del sito sono stati sequestrati diversi hard dick, spediti poi negli USA, senza ricevere alcuna approvazione da parte del giudice neozelandese che si sta occupando della vicenda.
L’accusa mossa verso le autorità di Washington è semplice: perdere tempo per impedire all’avvocato di Dotcom di costruire una buona difesa per il proprio assistito. Kim Schmitz non è l’unico implicato in questa intricata situazione: con lui, infatti, ci sono vari soci che hanno contribuito al progetto di hosting online. La tesi della pubblica accusa è stata smontata dal giudice Harvey che consisteva nel fatto che Megaupload non poteva usufruire del diritto di consultazione del materiale preso in esame, in modo da garantire maggiore trasparenza fra le due parti in causa.
Una buona notizia per il cyberlocker più conosciuto al mondo, che ha messo in piedi un impero milionario, grazie a tanti server che facevano capo a Megaupload, portale di file hosting, preso di mira dalle autorità statunitensi, secondo le quali gli utenti diffondevano anche materiale soggetto a copyright. Qualche giorno fa si è detto che su Megaupload erano stati ritrovati anche file pedopornografici, prontamente esaminati e rimossi.