Nasce la prima bozza della Dichiarazione Universale dell’ intangibilità e della libertà di Internet frutto del lavoro di un gruppo di associazioni che ha già provocato molti commenti e rumors e discussioni, sulla rete e non.
La Dichiarazione Universale apre con il preambolo “«Crediamo che un Internet libero e aperto può portare a un mondo migliore».
È la Declaration on Internet Freedom, Dichiarazione sulla libertà di Internet, ed è stata studiata e sottoscritta anche da personalità di spicco e associazioni a livello mondiale tra cui Mozilla, il Tech Meetup di New York, Amnesty International, Fight for the Future, Aaron Swartz, attivista digitale e co-fondatore di Reddit, il professor Jonathan Zittrain, professore di legge ad Harvard e una delle migliori menti digitali e la EFF, l’Electronic Frontier Foundation, organizzazione internazionale di avvocati e legali per la tutela dei diritti digitali.
Con questa specie manifesto si vuole affermare la libertà e la neutralità della rete , ma anche, ed è di fondamentale importanza, si vuole porre un forte accento sulla rappresentanza degli utenti internet, sulla tutela dei diritti dei cittadini con un particolare riguardo alla dimensione sociale che internet sta prendendo. Si vuole tutelare la rete da tutti quelle lotte di natura politica, alle lotte tra lobbies e quant’altro rivalutando invece l’informazione e la conoscenza degli utenti, bandendo l’ignoranza.
La Dichiarazione ha cinque principi inderogabili:
Accesso universale, incensurabilità della rete, la rete deve essere aperta a tutti per comunicare, leggere, scrivere, guardare, parlare, imparare, ascoltare, innovare e creare, le nuove tecnologie non devono essere bloccate e infine si deve tutelare la privacy.
I sottoscrittori sperano che la Dichiarazione abbia un ampio plauso, ma chissà se avrà un seguito positivo. Sarebbe auspicabile che, magari con l’interessamento e il sostegno delle istituzioni, si riuscisse a produrre una normativa che segua i cinque principi e sia valida in tutto il mondo. Free Press ha favorito e stimolato su Reddit una discussione per svilupparla come un Free Internet Act crowdsourcing.