In IBM non si può usare Siri, l’assistente personale di iPhone 4S

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Chi si aspettava la fine della tensione nei rapporti tra Apple ed IBM forse dovrà ricredersi, dato che il CEO di “Big Blue”, Jeanette Horan, proprio non ce la fa ad apprezzare Siri, l’assistente personale integrato da Apple nel suo iPhone 4S, al punto che ha proibito ai dipendenti di IBM di utilizzare il software di assistenza vocale sul posto di lavoro.

Da cosa sarebbe dettata questa scelta particolare? Visti gli elevati rischi per la sicurezza dei progetti aziendali e vista la possibilità che informazioni strategiche possano finire nelle mani sbagliate, i dirigenti della IBM hanno deciso di porre il divieto di utilizzare Siri in sede aziendale.

Si discuterà a lungo di privacy e di sicurezza, ma a ben vedere le ricerche vocali effettuate attraverso questo software di riconoscimento vocale integrato nell’iPhone 4S potrebbero essere accessibili anche ai malintenzionati che potrebbero non avere alcun problema nell’archiviarle in altri luoghi.

Nello specifico, Jeanette Horan ha deciso di ricorrere a questa scelta per via delle  condizioni d’utilizzo imposte dalla multinazionale di Cupertino, visto che quando si ricorre a Siri, “le frasi pronunciate saranno registrate ed inviate alla Apple per convertirle in testo”; nell’accordo di licenza per l’utilizzo di Siri non viene specificato per quanto tempo le informazioni vengono immagazzinate nei server di Cupertino e si da il permesso sia alla “Mela” che altre società che le ruotano attorno di trasmettere, raccogliere, gestire, elaborare ed utilizzare queste ricerche vocali.

Quindi parliamo di un uso che va aldilà delle mere logiche d’utilizzo.

Il divieto di utilizzare a lavoro sia iCloud che DropBox, i due noti servizi di storage online, non poteva che essere un’altra logica conseguenza di questa decisione strategica. sSotto questo aspetto, i dipendenti della IBM potranno fare affidamento sulla versione ospitata su server IBM, nota come MyMobileHub.

La prudenza non è mai troppa …

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