Il Parlamento europeo ha definitivamente respinto il trattato di anticontraffazione ACTA, impedendo che questo accordo commerciale internazionale venga ratificato dall’Unione Europea.
Il trattato ACTA avrebbe messo a rischio la libertà del web e legittimato la censura online. stabilendo leggi più severe sul copyright. L’ACTA, inglese Anti-Counterfeiting Trade Agreement, è stato bocciato dal Parlamento che ha esercitato le sue nuove competenze in materia di trattati commerciali internazionali, con la seguente votazione: 478 deputati hanno votato contro Acta, 39 a favore e 165 si sono astenuti. Si è messa così la parola fine alla trattativa internazionale in corso dal 2008. Il trattato non assicura il pieno rispetto della privacy o la piena protezione di informazioni personali sensibili, oltre a trasformare i fornitori di connettività in controllori dei loro stessi utenti. Infatti sarebbe stata prevista la corresponsabilità dei fornitori di servizi internet per le attività degli utenti. Il che avrebbe aumentato la censura dei contenuti pubblicati online con una conseguente limitazione delle libertà individuali e in particolare quelle degli utenti di internet.
Inoltre se il trattato fosse passato le autorità nazionali avrebbero potuto aumentare il loro controllo sulle telecomunicazioni, per l’Italia nel mirino sarebbe stata l’AGCOM. In questi ultimi mesi il trattato era stato molto criticato e ha innescato una vera e propria mobilitazione europea che ha visto migliaia di cittadini manifestare per strada, inviare e-mail ai deputati, effettuare telefonate ai loro uffici per ottenere la bocciatura le testo.
Hanno inviato al Parlamento anche una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo.
Tuttavia, come ha dichiarato il relatore David Martin (gruppo S&D) dopo il voto e pur manifestando la propria soddisfazione per la bocciatura di ACTA, l’UE deve trovare vie alternative per proteggere la proprietà intellettuale.
L’accordo che e’ stato negoziato tra molti Paesi del mondo, era stato concepito per rafforzare l’applicazione dei diritti di proprietà intellettuale e il voto del Parlamento europeo significa che né l’UE né i suoi Stati membri potranno far parte dell’accordo.