I sostenitori della privacy hanno espresso forti preoccupazioni in merito alle modalità di memorizzazione dei dati su Google Drive, i quali pare possano essere utilizzati durante e dopo l’utilizzo dei clienti che si affidano, appunto, al servizio di cloud. “I termini di servizio non sono adeguati, ma ancora peggio è che Google ha reso noto che cambierà i termini di servizio ogni volta che vuole“, ha riferito Marc Rotenberg, direttore esecutivo dell’Electronic Privacy Information Center (EPIC). Il primo marzo, Google ha “ignorato le opinioni di utenti” e consolidato tutti i suoi termini di servizio, ha aggiunto Rotenberg. “Dopo le modifiche unilaterali del 1 ° marzo, non capisco perché gli utenti si fidano ancora di Google e come facciano a sottostare ai suoi termini di servizio“.
Gli utenti commentano nei forum online e in molti hanno detto che la problematica relativa sulla privacy ha inibito la loro volontà di utilizzare Google Drive. Sul forum online di Dropbox, un utente di nome Chen S. ha scritto, “La mia grande preoccupazione con Google Drive è che il servizio già disponga di tutte le mie email, i miei dati relativi al web analytics e i termini di ricerca”. Un altro utente, Christopher H., ha detto quanto segue sempre in questo forum: “Come molti altri utenti, io non sono entusiasta del fatto che Google disponga di più informazioni sulla mia vita attraverso i file memorizzati nel servizio di cloud”.
Ancora un altro utente Dropbox, Mark Mc, ha osservato che, nonostante Google potrebbe non vendere o fornire i dati senza il consenso di un utente, “può, tuttavia, utilizzare tali per scopi interni all’azienda e trarre da essi spunti per vendite personalizzate”, che riescano a adeguarsi agli stili di consumo dei propri utenti, monitorandoli, dunque, nelle loro scelte e fornendo loro delle offerte che possano bene integrarsi con l’utilizzo effettivo del cloud computing offerto dal colosso di Mountain View.