Faceskin, dopo Volunia arriva un altro flop made in Italy

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Sarà che vogliamo spesso imitare i grandi successi informatici oltreoceano, sarà che spesso siamo abbagliati dalla meritocrazia e dal sogno americano che vogliamo tramutare, a tutti i costi, in sogno italiano, sta di fatto che di flop dal gusto italiano ne abbiamo registrati tanti. Credevamo che Volunia fosse la maggiore espressione dello scarso ingegno di un progetto all’italiana. Ci sbagliavamo. Dopo il lancio del motore di Massimo Marchiori, che quasi voleva sfidare il colosso della ricerca Google, arriva Faceskin, creato da Claudio Cecchetto.

Ricerca, organizza, condividi“, questo lo slogan alla base di questo progetto, comparso anche sul quotidiano Il Giorno, a marzo 2012. Nell’articolo dedicato a Faceskin, si legge quanto segue “Negli anni Settanta (Cecchetto) ha cambiato il modo di fare radio, ora vuole cambiare il modo di navigare su Internet su Faceskin“. Dopo Volunia, un altro colpo allo stomaco. In parole povere, Faceskin non fa niente che non esistesse già prima: esso permette agli utenti di salvare un sito che piace loro in una personale weblist e di condividerlo con gli altri utenti. Un’invenzione geniale, insomma. Pensate che esistono degli add-on o delle estensioni per i diversi browser in circolazione i quali installano un semplice bottone che può far condividere un contenuto su vari social network, senza imprese rocambolesche e mal pubblicizzate. Questa, però, è un’altra storia.

L’idea di Cecchetto, inoltre, ricalca quella di Joshua Schachter, il quale nel 2003 ha creato un sito di nome Del.icio.us, che al tempo ebbe un successo planetario, tanto che fu acquisito nel 2005 da Yahoo!. Al tempo, il sito rappresentava una vera e propria rivoluzione che cambio anche il modo di fruire della rete e dei suoi contenuti. A quanto pare, in Italia l’innovazione arriva in ritardo. Faceskin, dunque, può essere concepita come un’operazione di facciata, che non aggiunge nulla di originale all’architettura e al concept di internet: per questo, per peggiorare ulteriormente la situazione, hanno proposto come alternativa Memoring, che farebbe rabbrividire anche un grafico web intrappolato nell’anno 1998.

Su ogni pagina, è ripetuto il numero di partita IVA e la scritta “Cecchetto Project“, semmai dimenticaste a chi appartiene il portale, ancora in fase beta, d’altronde. Anche se un’iniziativa ha un gran supporto mediatico (indotto da incentivi economici e non) non è detto che sia la scoperta del secolo o un’idea talmente rivoluzionaria da non poter avere critiche. Ognuno sceglie il lavoro da fare una volta diventato grande: consiglio a ciascuno di percorrere la propria strada e di non cimentarsi in imprese che percorrono una via diametralmente opposta alla propria professione di base. In questo modo, si rimane credibili e si evitano flop.

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