Facebook e il crollo in borsa

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Soltanto poche ore addietro Facebook ha fatto il suo esordio a Wall Street e sebbene questo abbia permesso al social network in blu di racimolare una cifra molto elevata che ben poche aziende appartenenti al settorei dell’ICT hanno avuto modo di raggiungere il prezzo delle azioni risulta cresciuto di appena 0,23 centesimo di dollari.

Hanno quindi iniziato a scatenarsi opinioni contrastanti circa l’effettivo successo dell’operazione.

Alla fine della prima giornata di Facebook in borsa, infatti, il titolo dello stesso era passato dai 42 dollari dell’apertura ai 38 dollari della chiusura fermandosi quindi proprio in prossimità del prezzo di collocamento.

Il secondo giorno, invece, il titolo FB è passato dai 38 dollari di apertura ai 34 di chiusura facendo quindi registrare una caduta dell’11%, scatenando non poche critiche da parte degli osservatori, e non solo, e facendo ritenere il tutto un clamoroso flop.

Tra i motivi della caduta di Facebook in borsa vi è però da prendere in considerazione anche Morgan Stanley, una tra le banche d’affari che ha accompagnato il social network durante il suo percorso sul mercato azionario, che avendo abbasato le proiezioni della propria analisi sul gruppo ha visto al ribasso le prospettive di introito ed il cambio di rotta è stato comunicato proprio alla vigilia della quotazione scoraggiando quindi parte dei sottoscrittori ad acquistare.

Il primo lunedì sul mercato azionario ha fatto poi precipitare il titolo fino al di sotto del 13,50% chiudendo poi le trattative after-hour in ulteriore declino.

Adesso appare quindi necessario cercare di capire se l’assestamento è terminato o se la caduta è destinata a continuare ulteriormente nel corso dei prossimi giorni.

Il successo e l’effettivo valore di Facebook dovranno essere quindi valutati sul medio periodo: gli investitori, infatti, sembra non stiano puntando su una scommessa a breve termine ma su una che, invece, risulta orientata ad un periodo ben più lungo.

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