Il nuovo motore di ricerca di Facebook, Graph Search, delinea nuovi scenari digitali e configura ulteriormente la sfida tra il gigante del social networking e il re indiscusso delle ricerche online, ossia Google. A parte la battaglia lanciata a Big G, questo nuovo tool messo a disposizione da Mark Zuckerberg ha alzato un polverone di critiche e di opinioni sin da subito. La modalità di ricerca attraverso il grafo, da un lato si pone come uno strumento utile per effettuare la ricerca di persone che si conoscono, ma di cui non si conosce il luogo preciso dove sono ubicate, dall’altro, però, bisogna tener conto anche degli aspetti negativi che una simile modalità di ricerca può comportare.
Sicuramente, la ricerca di persone e/o luoghi di interesse, ma anche di esercizi commerciali come ristoranti, pub, cinema e così via, è estremamente conveniente: si risparmia tempo e si sa precisamente dove andare per guardare un film o gustare un piatto. Però, il fatto di poter avere accesso facilmente ad un certo tipo di informazioni, sia da parte nostra che da parte di soggetti terzi, può avere dei risvolti negativi. Come ha sottolineato lo stesso CEO dell’azienda di Palo Alto, “Graph Search cercherà solo tra contenuti che sono stati resi pubblici dagli utenti”. Quindi, i dati che saranno mostrati agli altri, non saranno quelli che avete reso privati, ma faranno parte del bacino di informazioni che voi, di vostra spontanea volontà, avete reso fruibili al pubblico.
Tom Scott ha aperto una pagina Tumblr, denominata Actual Facebook Graph Searches, in cui si è preso la briga di mostrare alcuni risultati ottenuti attraverso l’utilizzo del Graph Search. Alcune informazioni mostrano ciò che può essere legato alla vita quotidiana, altre, invece, vanno a minare la privacy degli utenti della popolare piattaforma social. Non solo: ciò che viene mostrato attraverso il motore di ricerca di Menlo Park può, in alcuni casi, mettere in serio pericolo l’incolumità dei membri della community. Se diamo uno sguardo agli screenshot pubblicati dal blogger, infatti, emergono informazioni che mettono in seria contraddizione l’integrità di alcune posizioni: ad esempio, mamme cattoliche italiane che hanno messo “mi piace” alla pagina ufficiale della Durex (è noto che il Vaticano è contro l’utilizzo dei condom durante l’atto sessuale) o sulla fanpage di un sito di dating online. Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono riscontrare.
Ecco alcuni screenshot estrapolati dal Tumblr di Tom Scott.