Come funziona Android

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Alcune parti di Android possono apparire familiari, ad esempio il kernel Linux, OpenGL e il database SQL. Altre possono essere completamente estranei, come l’idea di Android del ciclo di vita delle applicazioniAvrete bisogno di una buona comprensione di questi concetti chiave, al fine di creare applicazioni Android. Cominciamo col dare un’occhiata all’architettura generale del sistema, ossia i livelli chiave e componenti che costituiscono lo stack Android:

 

Partendo dal kernel LinuxAndroid utilizza Linux per i suoi driver, per la gestione della memoria, gestione dei processi, e il networking. Il livello successivo contiene le librerie native Android. Esse sono tutti scritti in C/C + +, richiamate attraverso interfacce Java. In questo strato si trova il gestore di interfaccia (per la composizione delle finestre), grafica 2D e 3D, codec multimediali (MPEG-4, H.264, MP3, ecc), il database SQL (SQLite) e un nativo motore del browser web (WebKit).

C’è, poi, il runtime di Android, tra cui la macchina virtuale Dalvik. Dalvik esegue file dex che sono più compatti ed efficienti. Le librerie Java di base fanno parte del runtime di Android. Android fornisce un sottoinsieme consistente dei 5 pacchetti Java Standard Edition, tra cui Collezioni I/O e così via.

Il livello successivo è il livello Application FrameworkAlcune parti di questo toolkit sono fornite da Google e le parti sono estensioni o servizi. La componente più importante del quadro è l’Activity Manager, che gestisce il ciclo di vita delle applicazioni e una comune “back-stack” per la navigazione degli utenti. Infine, lo strato superiore è lo strato Applicazioni. La maggior parte del codice vive qui.

Una delle caratteristiche uniche e potenti di Android è che tutte le applicazioni devono passare attraverso la stessa API pubblica che si utilizza, anche se tale opzione può essere modificata, attraverso una serie di opzioni che il dispositivo mette a disposizione.

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