“Il Green Computing non è una moda ma una necessità primaria per le imprese: se si vogliono mantenere i tassi di crescita della capacità di calcolo, è necessario intervenire in modo mirato sul consumo energetico”. È il commento dei vertici di Atlantica Digital S.p.A. sull’informatica a basso impatto ambientale.
“Concetti – spiegano da Atlantica – che sono alla base di alcune delle soluzioni adottate nei data center di ultima generazione, ma occorre intervenire su tutta la catena, cominciando dall’organizzazione dei dati e solo dopo sull’infrastruttura e sui sistemi che la compongono”.
L’aumentato interesse nei confronti del risparmio energetico e dell’eco-sostenibilità dei prodotti informatici si può ricondurre – come evidenzia la Società leader nella progettazione e realizzazione di sistemi mission critical – da un lato ad una “maggiore attenzione sociale verso i temi ambientali, dall’altro ai costi economici associati a una non corretta gestione dei consumi”.
Tutto ciò dimostra che non basta prestare attenzione solo ai rifiuti materiali prodotti dalle aziende, ma è necessario rivedere lo sviluppo delle tecnologie in un’ottica più sostenibile per l’ambiente.
L’espressione green computing (o green IT) nasce nel 1992, quando l’Environmental Protection Agency (l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) lancia il programma “Energy Star”.
Si tratta di un programma di etichettatura volontaria progettato per promuovere e riconoscere l’efficienza energetica nei monitor, apparecchiature di controllo del clima e altre tecnologie. Tutto questo ha comportato l’adozione diffusa dello sleep mode, nei dispositivi elettronici di consumo.
Una delle maggiori fonti di consumo di energia nell’informatica sono i centri elaborazione dati.
Questi ultimi consumano grandi quantità di energia e un unico centro dati può richiedere più energia di una città di medie dimensioni. L’enorme quantità di elettricità utilizzata nei server viene convertita in calore che normalmente non viene riutilizzato, ma disperso nell’ambiente.
Alcune soluzioni che vanno nella direzione della riduzione dei consumi sono la virtualizzazione delle risorse, spegnimento e accensione dei sistemi all’occorrenza, l’uso di memorie flash per limitare il movimento dei dischi usati per lo storage, la sostituzione di sistemi obsoleti e particolarmente dispendiosi in termini energetici.
A tutto questo si aggiunge il cloud computing che è in piena espansione e può rappresentare una svolta in senso sostenibile ed ecofriendly per il mondo dell’IT.