Purtroppo si è riacceso il conflitto a fuoco tra Israele e Palestina che ha come oggetto la striscia di Gaza. Si possono vedere di nuovo i razzi che sorvolano i cieli di Gerusalemme e che ci incutono un grande timore e serie preoccupazioni. Come se non bastasse e come se la situazione non fosse già abbastanza grave si è aggiunta anche una guerra virtuale con Anonymous che si schiera dalla parte palestinese con la sua #OpIsrael.
Gli obiettivi sono, ovviamente, tutte le piattaforme e i siti web che appartengono a israeliani o sono riconducibili a proprietari israeliani. La campagna di Anonymous contro Israele ha già attaccato 700 siti istituzionali israeliani tra cui il sito del Ministero degli Esteri con la cancellazione del suo database. Inoltre sono stati attaccati anche il sito del partito politico di centro, Kadima, che fa parte della coalizione di governo guidata da Netanyahu, il sito della Banca di Gerusalemme e della città di Tel Aviv. I siti attaccati riportano messaggi e foto a favore dei palestinesi oppure sono semplicemente bloccati e inaccessibili.
Purtroppo gli attacchi criminali non si sono fermai qui. Moltissimi altri siti di ogni tipo sono stati attaccati, siti di semplici cittadini oltre a migliaia di indirizzi e password. Un attacco in grande stile, di enorme portata. Anonymous stesso conferma che più di 9.000 siti sono stati attaccati. E il gruppo di hacker ha addirittura pubblicato on line una lista contenente una parte dei soggetti colpiti.
Oltre agli attacchi informatici, Anonymous ha messo a disposizione il “Gaza Care Package”, sul suo account Twitter, per supportare la popolazione palestinese. Il “Gaze Care Package” sarebbe una specie di pacchetto di salvataggio, che contiene informazioni in arabo e inglese in caso di caduta della connessione internet. Inoltre nel pacchetto sono contenute anche spiegazioni su come per evadere la sorveglianza dell’esercito israeliano.
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