L’iPhone non si può utilizzare in Siria. Il melafonino di Steve Jobs è stato bannato dalla lista di cellulari acquistabili in questo paese arabo: un cellulare ‘fuorilegge’, utilizzato, soprattutto, dai manifestanti, che deve essere eliminato definitivamente, in modo da reprimere gli attivisti, presumibilmente i principali utilizzatori del dispositivo. Venerdì scorso, il Times ha riferito che, secondo il sito libanese AlNashara, il divieto di usare l’iPhone é stato emesso dal Dipartimento delle dogane del Ministero delle Finanze siriano. La dichiarazione del Dipartimento: “Le autorità avvertono chiunque contro l’uso di iPhone in Siria“. Un attivista, citato in Times Live ha dettio “anche per un turista in visita in Siria possedere un iPhone può essere sospettato di spionaggio”.
Abdulfattah John Jandali si è mostrato dalla parte dei manifestanti in un video di YouTube, affermando di essere “solidale con il popolo siriano. Respingo la brutalità e l’uccisione che le autorità siriane stanno commettendo contro il popolo siriano che è inerme. E perché il silenzio è la partecipazione a questo crimine non venga zittita, io dichiaro la mia partecipazione al sit-in in Siria su YouTube“. Secondo il New York Times, più di 4.000 civili sono stati uccisi da quando le proteste ha avuto inizio nel mese di marzo. Nel giorno stesso in cui è stato emanato il divieto di possedere un iPhone, Navi Pillay, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha chiesto un intervento delle Nazioni Unite per proteggere i civili siriani.
Venerdì scorso, il quotidiano israeliano Haaretz ha riferito che le forze governative hanno ucciso sei manifestanti che chiedevano l’intervento straniero per fermare la violenza del governo contro i manifestanti. Nel mese di giugno, il governo siriano ha bloccato Internet e le reti mobili 3G, per disturbare le comunicazioni tra i manifestanti. Il presidente Bashar al-Assad ha anche vietato l’arrivo e la permanenza della maggior parte giornalisti stranieri nel Paese.