Un furto da 60 mila dollari, quello compiuto nella casa californiana di Steve Jobs, il defunto cofondatore di Apple, una delle società tecnologiche più famose al mondo. L’abitazione è stata svaligiata ed è stato stimato un furto della cifra indicata. Sono stati portati via oggetti personali e computer. Secondo il San Jose Mercury News, sarebbe stato arrestato un uomo, Kariem McFarlin, sul quale ora pende l’accusa di furto e ricettazione. Il giovane posto agli arresti ha 35 anni ed è detenuto ora sotto cauzione di 500.000 dollari fino all’udienza che si terrà il 20 agosto.
Tom Flattery, procuratore della contea di Santa Clara, non ha voluto chiarire se gli oggetti rubati il 17 luglio nella casa di Palo Alto appartenessero a Jobs oppure ad altri membri della famiglia.
Al momento del furto, la casa era circondata da una serie di barriere installate, in quanto si stavano svolgendo dei lavori di ristrutturazione. Non si hanno altri dettagli in merito a questa particolare vicenda, anche perché il procuratore Flattery si è rifiutato di fornire ulteriori informazioni sul furto. Una cosa, però, è stata rivelata: McFarlin non era probabilmente consapevole che stava furtando la casa di uno degli uomini più ricchi e importanti del mondo.
Il furto, dunque, sarebbe stato totalmente casuale. Il malvivente si è introdotto nella casa di Steve Jobs e già pregustava di guadagnare molti soldi, trovatosi all’interno di una villa dall’aspetto lussuoso. Sono state escluse, così, due ipotesi, ossia la pista di un furto su commissione o un furto realizzato da qualche fan sfegatato di Apple. Nel caso in cui venisse riconosciuto colpevole, McFarlin rischia sino a sette anni di carcere. Al momento, si attende anche un chiarimento sulla refurtiva, quali oggetti specifici sono stati rubati, le modalità dell’introduzione del ladro in un’abitazione comunque massicciamente controllata e altre informazioni dettagliate sulla vita di McFarlin.