Correva l’anno 1983 quando Steve Jobs, all’epoca giovane imprenditore alle prese con una società quale Apple ancora impegnata a muovere i suoi primi passi nel mondo dell’IT, faceva ipotesi su quelle che sarebbero potute essere le future innovazioni in ambito tech e, sopratutto, su in che modo Cupertino avrebbe potuto contribuire.
All’International Design Conference di Aspen, infatti, Steve Jobs tenne un discorso pubblico nel quale l’iCeo mise in evidenza tutte le potenzialità del settore dell’informatica ponendo l’accento su una serie di eventuali scenari che, a distanza di anni, si sono poi rivelati veritieri.
Dal discorso di Steve Jobs, infatti, si evince chiaramente la convinzione dello stesso che un giorno non troppo lontano, tutte le persone avrebbero speso un sempre maggior quantitativo di tempo dinanzi ad un computer, molto più che in automobile, che internet avrebbe offerto grandi opportunità di comunicazione e che i messaggi di posta elettronica sarebbero divenuti un fattore di fondamentale importanza nella vita di tantissime persone.
Nel dettaglio, entro 5 anni dal momento in cui fù fatto quel discorso Steve Jobs riteneva che sarebbe stato risolto il problema delle reti in ambito professionale e lo stesso destino sarebbe toccato, nel giro di 15 anni, anche alle reti domestiche dei cittadini statunitensi.
In quegli anni, inoltre, sarebbero nate numerose aziende intenzionate a cavalcare la cresta dell’onda della rivoluzione, sia per quanto concerne l’ambito software sia per quanto riguarda quello hardware.
Nel caso della rivoluzione in ambito software Steve Jobs sottolineò la necessità di modernizzare e rivoluzionare il processo di distribuzione dei software sfruttando canali digitali adibiti alla trasmissione delle applicazioni dalla sorgente ai dispositivi, un’idea questa molto vicina a quella dell’attuale App Store di Apple.
Nel caso della rivoluzione in ambito hardware, invece, Steve Jobs ipotizzò che di lì a breve sarebbero stati ideati device facilmente trasportabili dagli utenti e che mediante le onde radio avrebbero potuto permettere di comunicare con altre persone, un concetto questo che si è poi rivelato vicinissimo a quello dell’iPhone e dell’iPad.
A conferenza conclusa il pubblico pose poi alcune domande a Steve Jobs tra cui anche quella relativa alla capacità da parte dei dispositivi elettronici di riconoscere ed interagire con la voce del proprietario, un’idea questa che venne ritenuta dall’iCeo di difficile realizzazione ma comunque non impossibile e Siri, l’assistente vocale di iOS, ne è la più evidente dimostrazione.
Già nel 1983, quindi, quando Apple aveva incassi pari ad 1 miliardo di dollari all’anno, iPhone e iPad ma anche App Store e Siri erano nella mente di Steve Jobs anche se, così com’è stato poi possibile verificare, sarebbero stati necessari ancora diversi anni perchè le idee dell’iCeo si potessero concretizzare.