Dal dossier stilato dall’FBI pubblicato oggi sul sito web dedicato, emerge un’immagine di Steve Jobs che si discosta drasticamente dall’idea che ciascuno di noi, fruitore o meno dei mela-prodotti, ha del fondatore della Apple. Quello che viene fuori è un Jobs disonesto, tirchio con la propria famiglia e addirittura drogato. Questo e altro ancora su ben 191 pagine del documento segreto dedicato all’uomo che ha rivoluzionato il concetto di computer e cellulare. Secondo l’FBI, Steve Jobs aveva diversi scheletri nell’armadio, accuratamente tenuti nascosti per salvaguardare la sua immagine pubblica: tra questi, l’uso di sostanze stupefacenti, nel periodo tra gli anni ’60 e ’70 e i suoi comportamenti disonesti in campo affaristico.
Vari agenti, infatti, sostenevano che Jobs non fosse una persona integra: i dubbi si poggiavano sul fatto che Steve era un uomo senza scrupoli, “pronto a distorcere la verità e piegare la realtà per raggiungere i propri obiettivi“. Sarebbe stato rivelato, inoltre, che Jobs, dopo aver avuto una relazione extra-coniugale con una donna dalla quale aveva avuto anche una bambina, Lisa, nata nel 1978, non avrebbe mantenuto la ragazza e l’avrebbe fatta crescere nella miseria, poiché non l’ha mai voluta riconoscere. Per questo la ragazza è cresciuta con gli assegni sociali. Un amico, di cui non si conosce il nome, ha dichiarato che Steve era un uomo molto discutibile sul piano morale e che sapeva ben mantenere la sua immagine su un concetto di integrità che possedeva solo in determinati momenti.
Il file è stato visionato dal sito Gawker. John Cook ha dichiarato di essere rimasto alquanto allibito da quanto si è apprestato a leggere: “Ho letto molti fascicoli relativi ad indagini Fbi, ma è raro trovare informazioni offensive come queste“. Cook afferma che Jobs non conosceva i suoi collaboratori e chi gli ronzava intorno e che l’FBI magari ha pubblicato queste storie solamente perché non aveva ancora digerito la spocchiosità che connotava Jobs, il quale più volte ha rifiutato diversi inviti a scopo di intervista, poiché troppo impegnato con il lavoro.