La battaglia per il possesso del super cervellone stavolta è stata vinta da IBM, sembra infatti che il colosso statunitense si sia aggiudicato il podio più alto della classifica per quanto riguarda il possesso del super computer, stiamo parlando di Sequoia che ha rubato il titolo appartenuto al super computer allestito da Fujitsu noto come “K“.
Sequoia, il super computer di IBM: costruito nel Lawrence Livermore National Laboratory fa girare al suo interno Linux.
A caratterizzare Sequoia sono certamente i suoi processori: Power BQC da 16 core che pulsano ad una frequenza di clock di 1.6 GHz e realizzati con il processo produttivo di 45 nanometri, per darvi qualche numero l’IBM Sequoia è dotato di ben 1.5 milioni di core e in fatto di dimensioni occupa un’intera stanza a lui dedicata mentre per quanto riguarda il peso, il Sequoia viene paragonanto al peso di 30 elefanti.
In campo di prestazioni il Sequoia non è certo secondo a nessuno, infatti raggiunge i 16,3 petaFLOPS, ovvero più del 150 per cento di quelle ottenute in precedenza dal supercomputer modulare giapponese Fujitsu “K” che toccava le 10,5 petaFLOP.
In molti si sono domandati a cosa possa mai servire tutta questa potenza di calcolo, con Sequoia, i ricercatori statunitensi andranno a calcolare e simulare le esplosioni atomiche ottenendo grazie all sua potenza di calcolo un dettaglio mai raggiunto fin’ora.
Certo è che per IBM questo risultato è certamente un successo oltre che una rivincita, visto che lo scorso anno, sempre nella Top 500 dei super computer più potenti, non figurava neanche nelle prime dieci posizioni mentre ora, oltre al Sequoia che è primo in classifica, sono presenti nella graduatoria dei primi dieci altri 3 IBM.
Dalla classifica redatta si scopre anche, come ben 462 super computer presenti in graduatoria siano dotati di un sistema operativo basato sul kernel Linux mentre solamente 2 utilizzano l’OS sviluppato da Microsoft: Windows, il resto invece utilizza una sorta di combinazione dei vari sistemi operativi.