La pubblicità non è visibile agli utenti di Twitter, non c’è nessun banner, la grafica è minimal e pulita, apparentemente non ci sono input di natura pubblicitaria. A dominare sono le opinioni degli utenti. Qui si parla e discute di eventi dello spettacolo, dei film, della partita di calcio, delle dichiarazioni di un soggetto politico, e di mille altre cose. L’elenco degli argomenti di cui si discute nasce dalla gente, spontaneamente e non ha nessun risvolto pubblicitario. Ma in realtà, seppur invisibile e nascosta la pubblicità c’è.
Così commenta Tony Wang, general manager di Twitter Uk, che ha presentato il social network in Europa allo Iab Forum, appuntamento milanese di comunicazione digitale. Come può accadere? Basta trasferire alle aziende le statistiche e i feedback su determinati argomenti realizzando una ricerca di mercato mondiale. Le informazioni si possono ricavare facilmente con una ricerca dato che le discussioni sono pubbliche. E Twitter ha incaricato di archiviare le informazioni ad una azienda specializzata come la DataSift Inc. Raccoglie e analizza il contenuto dei tweet e li archivia in base al Paese di provenienza e al loro contenuto.
Si vengono così a conoscere i gusti e le preferenze di un determinato Paese, in Italia, ad esempio hanno particolarmente valore i messaggi sulla moda o sul design, utili ai brand per capire le tendenze. Si possono anche conoscere le preferenze sui programmi televisivi. Informazioni utilissime prima di decidere i palinsesti. Il database che viene prodotto dalla DataSift Inc è una miniera d’oro e vedremo che uso ne farà Twitter. Va ricordato che la pubblicità non è sempre gradita agli utenti dei social network o perlomeno bisogna saper usare in modo appropriato le informazioni raccolte e produrre una pubblicità adeguata. La pubblicità sui social network non è inefficace ma non dovrebbe essere statica sui canali social. Gli utenti dovrebbero essere coinvolti con un approccio relazionale senza essere manipolati.