Privacy online: come proteggere i nostri dati personali

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Si condividono sempre più informazioni e documenti online, pertanto proteggere i nostri dati online è fondamentale. Ci sono delle società, infatti, che si curano poco delle norme sulla privacy ma anche i broker di dati, che vanno a caccia di informazioni personali: una volta ottenute, le vendono al migliore offerente. Il fenomeno si sta diffondendo decisamente negli ultimi anni: dal 2005, il numero di intermediari di dati è più che raddoppiato. Questo perché sta diventando più facile rubare e confezionare i nostri dati.

Quando la nostra privacy telefonica è stata violata dal telemarketing, abbiamo ottenuto la Do Not Call list, ossia la lista degli utenti che non volevano essere importunati da pubblicità via telefono. Quando divenne chiaro che la nostra privacy online e offline è stata invasa da nuovi modelli di business, abbiamo il disegno di legge proposto Privacy dei diritti. Purtroppo, l’innovazione tecnologica radicalmente supera di gran lunga la capacità del governo di regolamentare, e il Bill Privacy dei Diritti dà un pass gratuito per broker di dati e di terzi per comprare e vendere le vostre informazioni personali. Questo lascia proteggere la tua privacy nelle vostre mani. Ecco come iniziare.

 

1. Tagliamo fuori i Data Broker

Alcuni richiedono di inviare via fax sotto richiesta, altri richiedono, invece, di compilare un modulo sul web e alcuni richiedono dati via mail e così via. La Privacy Rights Clearinghouse detiene un elenco di intermediari di dati e un link alle loro politiche sulla privacy. Questo elenco comprende 147 aziende. Tra queste ci sono: Acxiom, BeenVerified, MyLife, Intelius, Spokeo, Rapleaf, White Pages e PeopleSmart.

2. Origine controllata dei dati

Le due fonti primarie di dati sono gli atti pubblici e le reti socialiNon c’è molto da fare sui registri pubblici. I social network, tuttavia, sono sotto il nostro controllo e, pertanto, non dovremmo fare in modo che siano dei luoghi di dispersione dei dati. Tutto ciò che si considera privato (immagini, informazioni di contatto, la famiglia, gli interessi) può diventare pubblico, se non si presta attenzione. Per cominciare, limitiamo le impostazioni di privacy ad esempio consentendo solo agli amici di visualizzare post e informazioni di contatto. Le informazioni di base, come il nome, la città possono rimanere pubbliche, il resto meglio lasciarlo off limits. Inoltre:

  • Non accettiamo richieste di amicizia da persone che in realtà non conosciamo. I motori potrebbero agire sotto mentite spoglie; 
  • Non utilizziamo Facebook o Twitter per accedere a siti web o applicazioni, se c’è la possibilità di inserire un indirizzo email in alternativa. Se un sito web permette solo un accesso social, allora evitiamolo;
  • Quando i nostri amici utilizzano applicazioni sociali, è bene sapere che esse possono accedere alle vostre informazioni. Limitiamo tale accesso andando su Impostazioni Privacy -> Applicazioni, Giochi, Siti Web -> Come le persone accedono ai tuoi dati per le applicazioni che utilizzano e apportare le dovute modifiche di privacy.

3. Contattare i funzionari eletti

La legge sulla privacy deve includere restrizioni sulle modalità di procacciamento dei dati da parte dei broker, i quali sono in grado di raccogliere, trasmettere e vendere i nostri dati personali a terzi. Pertanto, se è necessario, è utile presentare un reclamo contro le pratiche ingannevoli degli intermediari di dati complicano quando l’opt-out di processo. Ricordate, la privacy è una tua decisione. Combattere per essa.

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