Sembra essere una pratica applicata sempre più spesso quella di chiedere ai propri dipendenti la password per accedere al profilo Facebook personale o addirittura di chiederla durante il colloquio di selezione. Stavolta a difendere i lavoratori scende in campo Facebook che punta il dito contro tutti i datori di lavoro che chiedono ingiustamente la password per accedere così a tutti i dati personali degli utenti.
La password non si da a nessuno tanto meno al capo! E’ questo il messaggio, riassunto in poche parole, mandato dal principale social network che difende i dati personali di tutti gli utenti registrati.
Facebook ha spiegato in un comunicato stampa che, concedere la password al proprio datore di lavoro oltre ad una violazione della propria privacy rappresenta una violazione anche per tutti gli amici che si sono aggiunti sul social network, nel comunicato viene precisato che colui che accede al profilo senza esserne l’intestatario, o comunque senza autorizzazione, si trova davanti a “responsabilità legali“.
Come potete immaginare concedere la propria password ad un estraneo vuol dire dare parte della propria vita (in rete) nelle mani di qualcun’altro e questo ovviamente compromette sia la sicurezza dell’account ma anche della vostra immagine, a spiegarlo è stato Erin Egan, responsabile dell’Ufficio Privacy di Facebook che ha anche dichiarato:
“Abbiamo lavorato molto duramente su Facebook per darvi gli strumenti per controllare chi vede le vostre informazioni quindi non si dovrebbe essere costretti a rivelare le proprie informazioni private solo per ottenere un lavoro”.
Il social network ha anche aggiunto in conclusione al comunicato:
“Facebook prende sul serio la vostra privacy. Prenderemo misure per proteggere la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, sia impegnando politici o, se necessario, avviando azioni legali, anche chiudendo le applicazioni che abusano dei loro privilegi. “
Facebook ha quindi deciso di schierarsi a favore degli utenti sempre più costretti a dover concedere con troppa facilità i propri dati personali.
Nel mentre negli Stati Uniti il senatore Richard Blumenthal, in completa autonomia si sta impegnando ad elaborare una normativa che vieti questa cattiva usanza da parte dei datori di lavoro.