Massimo Marchiori, ha deciso di abbandonare Volunia, una sorta di motore di ricerca sociale realizzato (in fase beta) insieme a ricercatori italiani presso l’Università di Padova con capitale italiano di 2 milioni di euro. Marchiori spiega la sua decisione, vista dai più come una sorta di distacco dal suo progetto in prossimità dell’uscita, in una lettera aperta, sebbene il motivo non sia ancora chiaro. Nel suo scritto il ricercatore parla di qualcuno che vuole prendere il suo posto, decidendo e avendo l’ultima parola su tutto.
Asserisce anche che Volunia era pronto per essere lanciato pubblicamente per l’uso da parte di tutti i cittadini italiani (sembra che il lancio fosse previsto per il prossimo 14 giugno, secondo quanto si legge dal blog dello stesso motore di ricerca). Marchiori scrive:
Lascio la direzione tecnica di Volunia perché qualcun altro vuole farla al posto mio. Vuole poter decidere tutto, senza di me. E si è quindi sostituito alla mia posizione, intimandomi di farmi da parte. Di fronte a questo io sono rimasto esterrefatto. Qualcuno ha pensato che dopo tutti questi anni, lavoro e sacrifici, l’infrastruttura del progetto è pronta a partire, ora ci si può sostituire a chi ha ideato e creato questo progetto.
Sembra trasparire anche questa come motivazione dell’abbandono di Volunia, da parte di Marchiori, così come il desiderio di tornare a fare parte del progetto se però potesse esserne il vero direttore tecnico.
La lettera analizza anche tutte le critiche che sono piovute addosso a Volunia, analizzate con lucidità da Marchiori che ben comprendeva i problemi e i difetti del suo progetto, cercando di fare del suo meglio per porvi rimedio. Si legge nella missiva:
Con il lancio di Volunia, e successivamente, ci sono state molte critiche: sia per quanto riguarda il lato tecnico, sia per la comunicazione/marketing, la gestione e il rapporto con gli utenti. Sul lato tecnico due critiche principali: ma com’è possibile che vi presentiate con un motore di ricerca così scarso rispetto a Google e con una grafica ridicolmente anni ’80? Tutto questo proprio nel progetto nato e creato da una persona che lavora sui motori di ricerca da una vita, e che vive e crea tecnologie per il mondo Web da quando quest’ultimo è nato! La risposta a questo apparente paradosso è semplice.
Il progetto iniziale – per come lo avevo concepito già anni fa – non hai mai avuto un motore di ricerca proprietario. Il nome in codice era “metamaps”, e la comprensione di tutto sta nel nome, appunto: meta. Un metalivello, perché è questa la chiave: essere su di un livello superiore, e riusare l’informazione presente nei livelli sottostanti. I motori di ricerca sono stati il primo esempio di metalivello di successo, rispetto al Web. Metamaps doveva andare oltre, essere il “livello 2” e quindi stare sopra al web ed anche ai motori.
Marchiori aggiunge poi:
Tantissime critiche sono arrivate per il modo in cui è stata gestita, anche dopo il lancio di Volunia.
Anche qui, è una cosa abbastanza ovvia da capire: che si può avere anche il miglior prodotto del mondo, ma è essenziale nella nostra società presentarlo nel modo giusto, creare efficaci campagne di comunicazione ed affidarsi alle giuste competenze.L’aspetto peggiore di questa parte è che, a differenza degli aspetti tecnici, la reazione avuta subito dopo il lancio non sembra aver prodotto effetti. La gestione della comunicazione successiva è proseguita sulla falsariga di quella precedente. Invece di attivare per tempo, o in ogni caso prima possibile, una campagna di comunicazione che proteggesse le idee del progetto, sia sul web che sulla stampa, che cercasse di rimediare a quanto fatto fino a quel momento, che spiegasse come stavano le cose, si è preferito, contrariamente alle mie opinioni, agire in maniera totalmente diversa. Tutti i commentatori hanno criticato come in quel modo si sia perso il “momento” creato dalla grande attenzione che si era creata.
Nel frattempo su Internet il dibattito si è aperto e su Twitter Volunia è entrata nella Trendig Topic. I primi commenti lasciati dagli utenti rivogliono Marchiori alla guida del progetto, ma, soprattutto, vogliono capire cosa sia realmente successo. Una spiegazione “pubblica”, dunque, sembra rendersi estremamente necessaria, soprattutto alla luce della grande pubblicità fatta a Volunia come progetto tutto italiano che avrebbe riportato il nostro Paese a livelli nuovamente elevati nel settore Internet. Tuttavia coloro che in rete si occupano di Marketing e comunicazione vedono nella scelta di Marchiori un vero e proprio abbandono del progetto. Utilizzando una semplice similitudine, Marchiori viene paragonato al comandante di nave che decide di abbandonare prima che questa affondi.
Marchiori chiude poi con le seguenti parole:
Per quanto riguarda il futuro di Volunia, non so veramente cosa dire. Le mie prime idee di base sono state realizzate, pur se ci sono ancora tante cose da sistemare. Ma al di là delle difficoltà da risolvere, quello che servirà sarà anche avere una visione evolutiva di un progetto che nasce e vive nel Web: per avere successo in questo ambiente, bisogna vivere Web, respirare Web, sentire il cuore che batte nella rete.
Ed in tutto questo occorre essere rapidi, non perdere tempo, sapere cosa fare ed il modo migliore di farlo, prevedere cosa succederà, che problemi si presenteranno, che soluzioni adottare nel più breve tempo possibile. Nel frattempo “innovate or perish”, innovare o perire. C’è tutto questo nella Volunia attuale? In questa situazione e con queste premesse. Innovare… o perire….