Pochi giorni fa, un hacker russo ha messo K.O. LinkedIn, pubblicando online su un forum le password, o meglio 6,458,020 di password cifrate degli iscritti al servizio di rete sociale incentrata sulla creazione di reti di contatti professionali.
Risultato?
Panico da entrambe le parti, visto che LinkedIn ha dovuto giustificare la falla dei suoi sistemi di sicurezza e gli iscritti al “social network del lavoro” sono stati costretti a cambiare password con tanto di preoccupazione per la propria privacy e per la tutela dei dati sensibili.
Stando però a quanto riportano i dirigenti di LinkedIn, sebbene il furto di password sia effettivamente avvenuto, non c’è stata alcuna violazione degli account.
Nello specifico, tutti gli account a rischio sono stati messi in sicurezza, mediante l’avviso via posta elettronica. In questo modo, gli iscritti a LinkedIn sono stati in un certo senso costretti a riattivare il proprio account.
In conclusione, la vicenda del furto di password di LinkedIn termina a lieto fine e, anche se gli iscritti al social network del lavoro possono perciò tirare un sospiro di sollievo, c’è da dire che l’azienda fondata a Santa Monica nel 2003 dovrà gestire i suoi database in maniera più accurata.