Un gruppo di giovani residenti in Liberia ha inventato un software capace di mappare le violenze che si verificano all’interno della città in cui vivono, Monrovia, per l’appunto. Il paese, infatti, durante le elezioni è stato sottoposto a diversi scontri e livelli alti di tensione. Per tali motivi, questi ragazzi hanno pensato di dare una sorta di guida alle zone più violente delle zone in cui vivono e in cui si verificano maggiormente rappresaglie. I ragazzi fanno parte del team ‘Ushahidi’, che in lingua swahili significa “testimonianza”. Questo interessante progetto no profit, si basa su un free software che crea delle mappe interattive delle aree di crisi, maggiormente sottoposte a episodi di violenza. Ad ogni zona, vengono allegate anche preziose informazioni che servono alle persone per orientarsi nei posti ostili.
Nel 2008 il progetto prende vita in Kenia, proprio durante le elezioni, diffondendosi, a macchia d’olio, anche in altri 120 paesi. Kate Cummings, capo del progetto in Liberia, parla del progetto: “Noi siamo qui per creare mappe per le organizzazioni che localizzino i conflitti nel Paese. Questo permette di mostrare quello che succede dal punto di vista degli abitanti in tempo quasi reale“. Diversi team di Ushahidi sono nati anche in Europa, negli Stati Uniti, in Sud America e in vari stati africani, in quest’ultimo caso tra mille ostilità e impedimenti.
Carter J.Draper, direttore dell’IT Ushahidi Liberia, ha dichiarato tutte le mansioni che volge il gruppo di lavoro sono basate su internet e questo rappresenta un fattore inibente per la popolazione, composta da individui che di certo non hanno la possibilità di poter accedere alla rete, sia per mancanza di risorse economiche, sia per il digital divide che attanaglia il paese: “Il lavoro che facciamo è essenzialmente basato sul Web e la maggior parte della popolazione non può accedere a internet. Tentiamo di rimediare e andare avanti“. Nonostante tutto, il team si ritiene soddisfatto, in quanto il progetto ha solo tre anni ma è riuscito a diffondersi bene, anche nei paesi con maggiori difficoltà: un grande passo tecnologico che dev’essere continuamente incentivato e che ha bisogno, ogni giorno, di volontari che lo portino avanti.
Ecco il video dimostrativo:
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