Tutti i milioni di utenti di Facebook che ogni giorno e più volte al giorno cliccano sul pulsante “mi piace” per condividere con i loro amici quello che preferiscono su internet, pensano che l’idea di sottoporre ad un’approvazione esterna i propri contenuti e di approvare i contenuti degli amici sia stata di Mark Zuckerberg, il fondatore del social network.
Invece uno studio legale olandese sostiene che l’idea originaria non sarebbe di Mark, bensì di un programmatore che avrebbe depositato alcuni brevetti per la realizzazione di un diario on line molto simile nella sostanza alla “timeline” di Facebook. E i brevetti porterebbero la data dagli inizi degli anni 2000, o meglio tra il 2000 e il 2001.
Il programmatore avrebbe nome e cognome, ovvero Joannes Everardus Jozef Van Der Meer la cui famiglia avrebbe anche fornito allo studio legale olandese tutte le carte, i progetti e i depositi che dimostrerebbero la sua paternità dell’idea. Il brevetto registrato da Van Der Meer porterebbe il numero 6,415,316 con allegati esempi per la costituzione di un sistema di “valutazioni” che consentirebbe la creazione di un diario su internet condivisibile con altri utenti. Oltre al brevetto sarebbe stato anche registrato il dominio “surfbook”. Il programmatore Van Der Meer non ha potuto proseguire col proprio lavoro essendo deceduto nel 2004, ma oggi la famiglia ha deciso di perorare la sua causa e tentare di dimostrare che Zuckerberg gli avrebbe sottratto l’idea di base.
L’agenzia Rembrandt, olandese che si occupa di copyright sta assistendo i parenti del programmatore e ha depositato un documento in cui richiede il riconoscimento della paternità della funzionalità “Mi piace” alla famiglia di Van Der Meer. E se fosse vero? Sicuramente la storia del social network potrebbe cambiare con grande meraviglia dei suoi utenti e a scapito della credibilità di Zuckerberg. Comunque la sfida è appena iniziata e sarà molto arduo dimostrare un furto di idea.