Un nuovo intranet controllato dal governo, libertà di pensiero e di espressione, addio; è una censura che sa di prevenzione. Tutti uguali, nessun pensiero dissidente; in questo modo si vuole trasformare il web in una specie di “intranet persiano”. E con la parola persiano non vogliamo intendere qualcosa di negativo, memori dell’antichissima civiltà e storia di queste terre, Babilonia e Ninive che ci hanno dato quella che si considera la culla della civiltà. Ma ora l’intendimento è, purtroppo, molto diverso.
Per fortuna la mossa preoccupa gli oppositori del presidente Ahmadinejad con la quale il governo degli Ayatollah potrà controllare più da vicino gli utenti della rete e impedire il diffondersi di messaggi “pericolosi”. Già pericolosi, ma per chi? Per la libertà di parola e di pensiero. L’annuncio di questa rivoluzione digitale è stato fatto dalla tv pubblica Irib, Islamic Republic of Iran Broadcasting, dopo che l’emittente nazionale aveva diffuso la notizia che il motore di ricerca più famoso e potente del mondo avrebbe interrotto i suoi servizi. “Google e Gmail saranno bloccate in Iran fino a data da destinarsi”, ha detto un ufficiale dell’esercito.
Secondo l’Isna, l’agenzia di stampa degli studenti iraniani, il blocco di Google è la risposta, del tutto strumentale, degli ayatollah al film contro il profeta che ha fatto esplodere le piazze nel mondo arabo. Mah, facciamo finta che sia questo il motivo, in realtà potrebbe essere un’azione preventiva per stroncare sul nascere la diffusione di rivolte.
Il controllo del web, in Iran, è continuo e si oscurano i siti antigovernativi, ed ora si preannuncia il blocco di Google per impedire proteste come quelle avvenute nel 2009 dopo la rielezione del presidente Ahmadinejad, e le piazze tinte di verde, colore di speranza e libertà, con tutto quello che ne sono state le terribili conseguenze.
Per aggirare la censura sono stati già utilizzati i proxy, ma questa volta la censura è più astuta e sottile. Ci sarà un sistema parallelo, una intranet accessibile esclusivamente dall’Iran che renderebbe il web una specie di gabbia isolata dal World Wide Web. E intrappolerebbe gli iraniani in una “finta” libertà di espressione e di informazione. Il sistema sarà pronto entro il marzo del 2013. E allora l’Iran sarà separato dal resto del mondo.