La notizia ha iniziato a diffondersi online proprio il 4 luglio, il giorno della festa nazionale negli USA conosciuto come Indipendece Day (giorno dell’Indipendenza): Google, il gran colosso delle ricerche in rete ha deciso di eliminare i siti commerciali di armi nelle apgine dei risultati della sezione di Google Shopping il che sta a significare che d’ora in avanti non sarà più possibile acquistare armi su sito web in questione e che informazioni relative a pistole, fucili, coltelli, munizioni e accessori vari sono state bloccate.
Nello specifico big G ha richiesto la rimozione degli articoli bellici registrati su Google Merchant Center, la piattaforma dove vengono caricati i dati dei prodotti per renderli disponibili per Google Shopping e per altri servizi ponendo quindi la società di Mountain View in una direzione prettamente pacifista.
A diffondere la notizia è stato il sito web Outdoor Hub che, proprio nel corso delle ultime ore, ha pubblicato una lettera che Google ha inviato ai commerciati affrontando, appunto, l’argomento in questione.
Google, stando a quanto reso noto, avrebbe preso la decisione in questione facendo riferimento ai suoi principi ispiratori: nella lettera, infatti, viene fatto riferimento ai valori della società in base ai quali, appunto, non è consentito pubblicizzare e vendere prodotti e servizi che non risultano compatibili con tali linee ispiratrici.
Alle proteste del sito Outdoor Hub, che per primo ha messo in evidenza questa inversione di tendenza nella politica di vendita di Google, è andata poi ad aggiungersi, in maniera praticamente fulminea, quella della potente associazione National Rifle Association.
L’associazione ha condannato subito Google affermando che si tratta di una scelta discriminatoria contro chi produce e commercia armi e che si tratta di una posizione politica in quanto va contro il Secondo Emendamento della Costituzione Americana che sancisce il diritto per i cittadini a possedere e portare armi.