La privacy sembra essere diventata un optional su Facebook. Il social network, infatti, inizia a monitorare anche le nostre attività svolte all’interno della messaggistica privata. Quando riceveremo un messaggio, l’utente che ce l’ha inviato saprà se l’abbiamo effettivamente visionato, poiché gli arriverà una notifica di avvenuta lettura. A comunicare l’introduzione di questa nuova funzionalità un post nel centro assistenza del social network:
“Quando qualcuno vede il tuo messaggio più recente, questo verrà contrassegnato come visto. In questo modo, saprai sempre chi ha ricevuto il messaggio e chi invece no. I messaggi sono contrassegnati come visti se la persona è impegnata in una chat o verifica i propri messaggi.”
In questo modo, non avremo più scuse e quando ignoreremo una persona perché magari troppo chiacchierona o invasiva, questo utente saprà che lo facciamo volutamente. La classica frase “Forse il messaggio non mi è arrivato“, sarà solamente una scusa che è meglio non adottare, visto che intorno ai messaggi privati ruoterà un sistema di notifiche ad hoc. La posta privata di Facebook, così trasformata, assume le sembianze dei messaggi di posta che riceviamo nel client o nella versione web, nei quali il mittente ci chiede esplicitamente di dare conferma di lettura, magari perché il contenuto della email è importante.
In tal modo, il mittente può far pressione sui destinatari del suo messaggio, dando poco tempo al ricevente di elaborare una risposta con calma o di essere libero di non rispondere affatto. Alcuni utenti già hanno testato la funzione che si avvia in modo automatico e che non potrà essere disattivato: pare, infatti, che diversi iscritti già notino nel messaggio l’effettivo orario di lettura del testo inviato. Le notifiche possono essere utili nel caso in cui si comunicano informazioni di una certa rilevanza: spesso, però, sul social network siamo contattati anche da persone che non vogliamo cancellare dalle amicizie, perché magari le conosciamo nella vita reale, ma che dalle quali non vogliamo noie. Tal sistema, dunque, mette in bilico la nostra capacità decisionale o no?