Seconda una recente ricerca, effettuata da alcuni ricercatori della British Columbia University di Vancouver, il big dei social network “Facebook” non sarebbe molto protetto dai cacciatori, di dati sensibili degli utenti, sotto forma di bot.
I bot (abbreviazione di robot) sono dei programmi che sfruttando i normali canali di connessione, utilizzati dagli utenti umani e sono in grado di svolgere determinate funzioni dategli dal programmatore. Sono diffusi normalmente in chat, giochi ed in generale nel web per sostituire l’uomo in compiti troppo complessi o che richiedono troppo tempo.
Nel caso riguardante Facebook i bot, creati dai ricercatori, avevano lo scopo di creare degli account fasulli con una loro rete di amicizie per poi carpire informazioni da ignari utenti.
Il risultato, alla fine della ricerca, è stato che ben 4000 account sono stati depredati dei loro dati personali, misurabili in diversi Gb di archivio (ovviamente tutti cancellati), e che 1 solo bot su 5 viene riconosciuto dai sistemi di protezione e bloccato. E’ risultato inoltre che gli account fake femminili sono quelli che hanno mietuto maggiori vittime.
Insomma, questo studio è l’ennesima prova che i dati sui social network non sono mai completamente al sicuro e che bisogna stare sempre attenti per poter tutelare la nostra privacy.