Poteva sembrare la previsione di un ottimista per natura, ed invece a sorpresa i nuovi dati sul mercato musicale italiano per il 2011 mostrano non solo che il settore non è in crisi, ma che addirittura c’è una crescita costante, che si contrappone al mercato illegale.
Infatti, secondo i dati di riferimento presentati dalla FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana, derivati da una ricerca effettuata da Deloitte, il mercato musicale italiano nel 2011 ha visto un incremento del 22 per cento, dovuto soprattutto alla musica digitale legale, cioè il download e lo streaming. In soldoni vuol dire che c’è stato un fatturato totale di 27,5 milioni di euro per il settore, quasi il doppio rispetto al 2010, e nettamente superiore al trend globale che si attesta su un incremento dell’ 8 per cento. Anche se comunque il 22 per cento italiano di incidenza del settore digitale sul mercato totale musicale, è ancora lontano dal 32 per cento degli altri paesi del mondo.
Due nomi su tutti sono i protagonisti di questo boom, sono iTunes di Apple per l’acquisto tramite download, e YouTube per quanto riguarda l’ascolto in streaming. Infatti bisogna precisare che nonostante visione o l’ascolto da YouTube è gratuita per gli utenti, il portale di proprietà di Google paga comunque le società discografiche per la riproduzione.
Ecco il commento a riguardo di Enzo Mazza, presidente di FIMI: “I fenomeni più importanti in Italia sono la crescita dello streaming, Youtube in particolare e il boom della vendita di album, ma incide anche l’arrivo di tanti nuovi servizi musicali di streaming, nel 2011, in Italia: Rara, Deezer, Cubomusica di Telecom”.
Mazza spiega così la “sorprendente” crescita: “Il motivo è che sta maturando il pubblico della musica online legale. Infatti vediamo che i giovani preferiscono ancora il download di singoli e lo streaming; gli utenti più maturi, che prima compravano solo cd, adesso scaricano l’intero album”.
La crescita del mercato legale della musica digitale, ovviamente va a contrastare i dati riguardanti la pirateria digitale. Difatti, nonostante la percentuale Italia sia ancora alta, si registra comunque un calo. Il 23 per cento degli italiani usa ancora servizi illegali, mentre nel 2010 la percentuale si era fermata al 27 per cento. Mazza, spiega così il mutamento dell’utenza online italiana: “Bisogna ringraziare, di questo, la crescita dell’offerta legale e il boom degli smartphone, i quali sono collegati direttamente a piattaforme legali di ascolto e download di musica, ma il merito è anche dell’azione di contrasto alla pirateria: adesso gli italiani sono più consapevoli che è una cosa sbagliata”.