Studiare i sistemi biologici è forse il modo migliore per capire le reti complesse che l’umanità ha creato. Tutte le reti di successo passano attraverso un punto di interruzione, ossia un punto nel tempo in cui la crescita si ferma. Il cervello, per esempio, prima cresce e poi si restringe: da questo processo otteniamo l’intelligenza. Internet, la più grande rivoluzione tecnologica del XX secolo, e probabilmente la forza trainante di innovazione per i prossimi cento anni, si sta avvicinando a un punto di interruzione – come lo sono molte delle tecnologie e delle imprese che oggi si affidano a essa. In particolare, abbiamo assistito all’incredibile crescita dei social network: non solo Facebook e MySpace, ma anche Classmates.com e Friendster e prima di loro.
Ciascuno a suo tempo credevano potessero crescere per sempre. Nel caso di Classmates.com, Friendster e MySpace, come saprete, sono arrivati al punto di interruzione. Facebook è una rete di reti, che lo rende una rete sociale più intelligente e più efficace rispetto ai suoi predecessori. Come tutti i software, le reti sociali sono limitate in termini di capacità di coinvolgere e soddisfare i propri utenti: la loro sopravvivenza dipende dalla loro utilità. La crescita è necessaria per costruire la massa critica e ciascuna di queste imprese ha avuto successo nel farlo. C’è da dire che, la maggior parte delle imprese, non riesce a raggiungere questa fase di crescita.
Ma una rete di troppi individui può anche creare problemi. Facebook è già ben oltre il numero di relazioni (noto come Numero di Dunbar) che il cervello è in grado di gestire. L’utente medio di Facebook ha 262 “amici” sul sito, quindi è ovvio che una parte significativa di questi amici non sia di alta qualità.
Facebook ha cercato, in qualche modo, di limitare la crescita illimitata della propria rete. Infatti, permette all’utente di disattivare le notifiche e, ovviamente, di eliminare i contatti che non si conoscono direttamente, i cosiddetti contatti “casuali” che si incontrano su Facebook e che non necessariamente si conosceranno dal vivo. L‘utilità di Facebook va a scemare per i suoi utenti, se questi vanno a creare sottoreti con individui che non hanno un ritorno per la stessa rete, in termini amicali o lavorativi. La cosa più logica sarebbe quella di creare liste di amici pensate, cancellarsi dagli aggiornamenti che non ci servono e bloccare tutte le notifiche. Ma poche persone lo fanno. Al contrario, gli individui operano in maniera più drastica, ossia cancellando il proprio account, mettendosi alla ricerca di una struttura sociale più “pulita”. Dopo aver raggiunto un punto di interruzione, dunque, la rete tende a perdere la sua utilità.
Come il mobile può salvare Facebook – e Internet – dal suo punto di interruzione
Le versioni mobili sono spesso più semplici, essenziali rispetto a quelle desktop. Chiaramente, i siti mobili devono adattarsi agli schermi più piccoli degli smartphone (e dei tablet). Anche in questo caso, possiamo guardare al cervello come un esempio. Ogni volta che raggiunge punto di interruzione, il cervello filtra le informazioni estranee attraverso un suicidio cellulare, un processo in cui i neuroni letteralmente “uccidono” se stessi per il bene della rete. Allo stesso tempo, il cervello rimuove elementi inutili e approfondisce le connessioni più importanti. Paradossalmente, questo restringimento del cervello ci rende più saggi.
E se Facebook potrebbe diventare più “saggio”? Proprio come il cervello, Facebook potrebbe separare rafforzare le relazioni importanti, attraverso un’organizzazione ponderata delle notizie: le news sulla bacheca, la lettura delle notizie nel feed, inviare e ricevere messaggi. In altre parole, instaurare comunicazione con le persone più importanti. Facebook ha rimosso le informazioni meno utili, non solo per eliminare le distrazioni, ma anche per necessità, in quanto i dispositivi mobili sono semplicemente troppo piccoli per visualizzare un eccesso di notizie.
I risultati, tuttavia, sono impressionanti: nel 2012, gli utenti di Facebook hanno trascorso circa sette ore al mese sulle versioni mobile di Facebook, rispetto alle sei ore trascorse al computer. Facebook sul web è già oltre il suo punto di interruzione e di declino. Eppure, sui dispositivi mobili, continua a dimostrare un sano record di crescita. Ciò dipende dal fatto che gli utenti hanno più probabilità di avere i loro smartphone a portata di mano rispetto ai computer. La prevalenza dei dispositivi mobili è certamente un fattore.
Ma l’utilità di un’interfaccia più semplice non deve essere ignorata: è un elemento importante nell’ottica di cambiamento di Facebook per cellulari. In realtà, altri social network come Pinterest, Yelp, Twitter, LinkedIn, Instagram non si focalizzano solo sul web.