La battaglia legale tra il colosso californiano Apple e l’azienda sud coreana Samsung non sembra minimamente accennare a calmarsi, i brevetti sono certamente l’ago della bilancia ma sembra che, ad oggi tutte le trattative e gli incontri avvenuti tra i due attori della vicenda non abbiano portato al minimo risultato positivo. La famosa “guerra termonucleare” che era pronto a lanciare Steve Jobs, ex CEO di Apple, e che successivamente ereditata da Tim Cook non accenna al minimo miglioramento e i nemici sono sempre loro: Samsung ed Android ed il motivo come è facilmente immaginabile, sono i vari brevetti detenuti dall’azienda californiana e violati dalla concorrenza.
Apple avrebbe chiesto un indennizzo di oltre 2,53 miliardi di dollari ma sarebbe solamente un cifra messa li, inguanto l’azienda californiana punta a molto altro ancora come ad esempio il blocco delle vendite dei dispositivi Samsung sul territorio statunitense oltre ovviamente quello europeo, dove in passato è riuscita ad ottenere un parziale blocco in Germania. Al centro della battaglia sono gli ultimi dispositivi rilasciati da Samsung, cui Apple contesta oltre ad alcune violazioni per il sistema operativo anche alcune scelte di design che sarebbero state copiate, secondo l’azienda di Cupertino dal design dei suoi dispositivi.
Fa certamente riflettere il fatto che un tempo Apple e Google erano legati da una sorta di alleanza contro un nemico comune, Microsoft che invece oggi è solamente un terzo attore messo in disparte in una battaglia legale drasticamente più dura e ricca di colpi di scena. Proprio questa storica alleanza tra i due colossi statunitensi ha spinto sempre Apple a non voler citare direttamente Google ma a indirizzare il suo team di legali verso i produttori di smartphone e tablet. Ed è proprio per questo motivo che è stata chiamata in causa Samsung essendo il maggiore produttore di smartphone Android attualmente presente sul mercato.
Ora l’ardua decisione spetta ora al giudice Lucy Koh e ai dieci giurati nominati che dovranno emettere una sentenza definitiva dopo un dibattito che durerà almeno un mese e che dovrà portare ad un verdetto.