Dopo l’occupazione della sede di Apple da parte di Greenpeace, vengono bocciati i colossi informatici relativamente alle loro scelte energetiche.
Greenpeace, l’associazione ambientalista, ha analizzato 80 centri in cui si salvano i dati, i loro Cloud (le nuvole di salvataggio dati), da parte delle più grosse società IT del mondo. Dall’analisi è risultato che un enorme volume di fonti energetiche viene consumato per farli funzionare ovvero i centri dati e i loro server usano una grande quantità di elettricità e Greenpeace fa un esempio esplicativo: un data center consuma elettricità come 250 mila abitazioni di cittadini europei. Ma, nonostante l’enorme uso di energia, le aziende IT non usano energia pulita e tra queste soprattutto Apple, Amazon e Microsoft.
Apple, da parte sua e tramite il CEO Tim Cook,ha replicato sottolineando che l’impianto a Maiden, North Carolina, le fornirà 20 megawatt di energia. Maiden inoltre sarà il data center più verde mai costruito e verrà potenziato dal nuovo impianto in Oregon previsto per il 2013 e che sfrutterà al 100% energie rinnovabili. Greenpeace ha ribattuto affermando che il nuovo impianto di Maiden fornirà solo il 10% dell’energia necessaria ad Apple.
Amazon usa combustibili fossili non puliti per sostenere la piattaforma Cloud computing , altri colossi quali Microsoft adoperano strategie energetiche non completamente accettabili ed è appunto su questo problema che Salvatore Barbera sostenitore della campagna Energia e Clima di Greenpeace ha illustrato il suo punto di vista. Sostiene infatti che l’energia utilizzata per il cloud computing dalle compagnie IT proviene da carbone e dal nucleare senza pensare affatto all’utilizzo di energie pulite, ignorando il problema. Dato l’enorme aumento dei consumi è necessario che tutti si convincano ad utilizzare energia pulita seguendo l’esempio di Google, Yahoo e Facebook che hanno iniziato a sfruttare energie alternative e non inquinanti per i loro data center. Da qui la promozione per Google, Yahoo e Facebook.