Un mito, una storia lunga 244 anni e ora abbandona la carta e si rivolge al digitale. L’autorevole fonte di informazione rappresentata dai 32 volumi dell’Enciclopedia Britannica si sposta on line.
I motivi derivano dal cambiamento apportato dagli accessi sempre più facili e numerosi a Internet. Infatti per ricercare informazioni gli utenti spesso e volentieri si rivolgono a Google o Wikipedia, piuttosto che scartabellare poderosi e pesantissimi volumi. É un segno dei tempi che si evolvono e mutano usanze e comportamenti. Oggi l’Enciclopedia Britannica si definisce una “digital company”e ha deciso di compiere una grande svolta. Tutti i suoi contenuti, pregevoli e esaurientissimi, potranno essere venduti agli abbonati tramite il suo sito o attraverso le applicazioni per i tablet e smartphone.
Il calo del cartaceo, lento, ma inesorabile, lo si può ricavare dalle seguenti considerazioni: nel 1990 l’Enciclopedia aveva venduto 120.000 set completi formati da 32 volumi ciascuno. Nel 2010 sono state stampate solo 12.000 copie di cui 3.500 giacciono in magazzino, ancora invendute. La strategia commerciale doveva essere cambiata e la Britannica, in realtà, aveva iniziato la sua metamorfosi già nel 2004 a causa del declino che stavano colpendo tutti i prodotti di stampa.
Ora la sfida è abbastanza difficile data l’enorme popolarità di Wikipedia alla quale si rivolgono milioni di utenti, ma va tenuto conto anche della gratuità di Wikipedia e de minor numero di contenuti che la Britannica può offrire gratuitamente. Infatti la prospettiva è quella di aumentare il numero di contenuti gratuiti sul sito per attrarre un maggior numero di visitatori. Per accedere ai contenuti a pagamento si dovrà sottoscrivere un un abbonamento di circa 50 euro all’anno. Il presidente del gruppo Jorge Cauz, ha dichiarato che è possibile inserire nella versione digitale anche un numero di contenuti molto superiore a quelli inseribili nella versione cartacea che non riesce più ad avere la qualità e la quantità delle banche on line.