I dati non mentono: il numero delle aziende che stanno investendo in termini di cybersecurity sta aumentando sempre di più, così come quelle che investono sulla gestione del cyber risk, ma ancora non sono stati raggiunti dei livelli soddisfacenti.
La principale sfida del settore è quella di far capire come la conoscenza dei pericoli che arrivano dalla rete debba essere una priorità per ogni azienda, dal momento che tale situazione non viene ancora effettivamente percepita come una necessità vera e propria.
Una conferma di tale trend arriva anche dallo studio “2019 Cyber Resilient Organization”, che è stato portato a termine da parte del Ponemon Institute, con la sponsorizzazione da parte di IBM, che ha messo in evidenza come ben 7.7 aziende su 10 non abbia programma un piano per controbattere a degli attacchi cyber. Uno dei reati informatici che vengono sempre più spesso messi in atto da parte degli hacker è certamente la frode, come è stato ben messo in evidenza da parte di Cookies Digital, media agency del gruppo Cookies Factory, una società di digital entertainment che ha da poco acquisito una quota di minoranza in Opticks, società spagnola specializzata nel rilevamento delle frodi nell’ambito della pubblicità online.
Non solo, visto che da tale ricerca emergono anche altri dati molto interessanti. Ad esempio, delle aziende che invece hanno predisposto un programma di sicurezza informatica, oltre il 54% non fa test o verifiche abituali e costanti. In questo modo, quando si verifica un attacco, ci sono elevate probabilità che la gestione dei processi di contromisura non sia così efficace. Stesso discorso a livello di coordinazione dei vari processi.
Un altro aspetto che tante aziende ignorano è che, nel momento in cui viene messo in atto un atto nei confronti di un’azienda, questa non subisce solamente un danno, dal momento che c’è anche un altro aspetto che viene leso, ovvero la reputazione. Il problema è che quando si parla di reputazione si fa riferimento al principale mezzo che un’azienda usa per poter attrarre investitori, partner commerciali e clienti. Insomma, si tratta di un aspetto fondamentale, che a volte viene preso come primo elemento per scegliere se intraprendere una collaborazione commerciale o meno.
Di conseguenza, i clienti, ma anche gli investitori e i partner commerciali di turno dovranno necessariamente capire se l’azienda in questione non è solamente in grado di stare lontana dalle minacce, ma se opera un aggiornamento costante per poter essere sempre a conoscenza dei sistemi più avanzati ed efficaci per individuare le minacce e riuscire a controbattere a potenziali attacchi in ambito informatico.
Uno dei punti su cui il settore in questione dovrà lavorare maggiormente riguarda il contrasto ad una nuova fase evolutiva che sta caratterizzano alcuni reati informatici. Ad esempio, sono cresciuti tantissimi gli attacchi che mirano a raggiungere l’hardware dei device “endopoint”. In sostanza, spesso e volentieri gli hacker vogliono puntare a dispositivi come le stampanti piuttosto che i computer, mettendoli in una sorta di mirino.
È facile intuire, quindi, quanto la prevenzione possa fare per cercare di diminuire non solo i rischi connessi ad un simile attacco, ma anche la capacità di saper fronteggiare un simile reato informatico. Una minaccia universale: per farla breve, i pericoli per la sicurezza e il cyber ormai sono visti così, soprattutto in virtù della loro capacità di riuscire a condizionare praticamente ogni ambito ed organizzazione che si caratterizzi per essere digitale e connessa al web.
È chiaro, quindi, che diventa importante cercare di lavorare sulla prevenzione, affidandosi a delle aziende specializzate che possano aiutare a trovare le soluzioni migliori nell’ottica della protezione della sicurezza logica dei dati e delle infrastrutture di cui l’azienda può disporre e che usa abitualmente nelle attività che vengono svolte al suo interno.