Dopo l’applicazione per comunicare quando si fa sesso, arriva Girls around me, un’app per iPhone, basata sulla geo-localizzazione, ora sotto accusa per aver minato la privacy delle donne, ma sembra che la polemica intorno a quest’applicazione sia stata gonfiata a dismisura. La domanda è sempre la stessa: che cosa si inventano le aziende tecnologiche per derubarci ogni volta i dati relativi alla nostra privacy? Pare difficile considerare questa applicazione una reale minaccia alla privacy o alle donne. Può essere, invece, più un campanello d’allarme per coloro che pubblicamente su più piattaforme.
L’applicazione fornisce i dati dell’utente, tra i quali la presenza di soggetti di gender femminile vicini, a livello territoriale, ai maschi. C’è da dire che è anche vero, però, che l’app si avvale di profili visibili pubblicamente presenti su Facebook, permettendo agli utenti di visualizzare tutte le informazioni che quelle persone hanno reso pubbliche, inclusi il nome, l’età, le relazioni e le foto. Ma tutto questo come può essere utile per uno stalker dei social network? Uno stalker, si presume, già sappia determinate cose di una persona: diciamo che potrebbero aiutarlo solo i vari check-in che l’utente posta e che lo localizzano.
Qualcuno potrebbe avviare l’applicazione e trovare una donna attraente (che bisogna dirlo, possono stare sia su Facebook che su Foursquare) al bar in fondo alla strada, e correre là e … poi? Iniziare una conversazione su cosa fa nella vita? Chiederle come si chiama il suo nuovo cucciolo? O semplicemente sedersi in un angolo, guardarla e pensare a come si tingeva i capelli la scorsa settimana? Tutte queste cose sono un po’ inquietanti, ma la maggior parte di esse sono semplicemente ridicole.
Secondo Cameron Scott, l’app mostra un “lato oscuro dei social network ” e il divario culturale tra gli sviluppatori di applicazioni e persone reali. In altre parole, che gli sviluppatori di app credono che le informazioni possono essere utili per un’eventuale assunzione e che possono essere utilizzate per innovare, mentre le persone non si rendono conto di quante informazioni mettono alla mercé altrui.